Rieti, la «caciotta» restaurata
e «adottata» dalla sinistra
resta a piazza San Rufo

La manifestazione del 2002
di Alessandra Lancia
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Martedì 26 Luglio 2016, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 13:32
RIETI - Contr'ordine compagni, la «Caciotta» sta bene dove sta, a piazza San Rufo. La sagoma del belpaese e i punti luce erano saltati? No problem, l'Italia si rifà, in acciaio speciale, e tutt'intorno sistema di illuminazione al led, mica lumini: 2.250 euro e passa la paura. E passa anche una delle battaglie storiche della sinistra giocherellona reatina, che non potendo impallinare il bersaglio grosso le granitiche giunte Cicchetti ed Emili sparava un anno sì e l'altro pure a uno dei simboli di quella Rieti che dipingeva destra e retriva, che dalla Georgia aveva accettato la «caciotta» per San Rufo e da Manfredi Nicoletti lo «gnomone» per Villa Reatina. «Lévatela» urlarono il 20 di ottobre del 2002 i Verdi di Roberto Lorenzetti in un girotondo memorabile che culminò con l'impacchettamento del monumento.

«E cos'è sta roba? Via, via, togliere», aveva detto cinque mesi prima l'allora Sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi in visita ad un imbarazzatissimo assessore Gianfranco Formichetti che obiettò: «Costa soldi, 100 milioni», in lirette di allora.
Allora si fece avanti la Fondazione Varrone, che nel 2003 si offrì di pagare il «trasloco» del monumento, magari nel piazzale dello stadio, in fondo «Centro d'Italia» pure quello. Ma a quel punto si pose il problema di cosa mettere al posto della «caciotta»: ed ecco la fessura (ehm, nell'accezione meno pecoreccia) vincitrice del concorso per idee bandito nel 2011 dal rutilante assessore Daniele Fabbro. Poi a prendere il controllo del Decoro urbano fu l'assessore Alessandro Mezzetti, che il 7 giugno 2013 fece sapere che dopo pensosi conciliaboli ed estenuanti trattative con la Fondazione Varrone si era deciso di collocare il monumento accanto alla biglietteria dello stadio.

Aspetta, aspetta, ma la «caciotta» sempre lì stava e sempre più malconcia. Ieri il girotondo l'ha fatto Mezzetti: «L'idea iniziale di smantellare e trasferire il monumento ha lasciato spazio a un intervento puntuale di recupero. Restituire decoro è stata fin da subito una priorità perciò anche il monumento del Centro d'Italia sarà finalmente restaurato». Poi il post su facebook: «Abbiamo rifatto l'Italia». Rifare un po' di sinistra, invece, proprio non è aria.
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