«E cos'è sta roba? Via, via, togliere», aveva detto cinque mesi prima l'allora Sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi in visita ad un imbarazzatissimo assessore Gianfranco Formichetti che obiettò: «Costa soldi, 100 milioni», in lirette di allora.
Allora si fece avanti la Fondazione Varrone, che nel 2003 si offrì di pagare il «trasloco» del monumento, magari nel piazzale dello stadio, in fondo «Centro d'Italia» pure quello. Ma a quel punto si pose il problema di cosa mettere al posto della «caciotta»: ed ecco la fessura (ehm, nell'accezione meno pecoreccia) vincitrice del concorso per idee bandito nel 2011 dal rutilante assessore Daniele Fabbro. Poi a prendere il controllo del Decoro urbano fu l'assessore Alessandro Mezzetti, che il 7 giugno 2013 fece sapere che dopo pensosi conciliaboli ed estenuanti trattative con la Fondazione Varrone si era deciso di collocare il monumento accanto alla biglietteria dello stadio.
Aspetta, aspetta, ma la «caciotta» sempre lì stava e sempre più malconcia. Ieri il girotondo l'ha fatto Mezzetti: «L'idea iniziale di smantellare e trasferire il monumento ha lasciato spazio a un intervento puntuale di recupero. Restituire decoro è stata fin da subito una priorità perciò anche il monumento del Centro d'Italia sarà finalmente restaurato». Poi il post su facebook: «Abbiamo rifatto l'Italia». Rifare un po' di sinistra, invece, proprio non è aria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA