L'ordinanza è stata emessa dalla giudice dell'udienza preliminare, Francesca Ciranna, al termine del rito ordinario scelto dagli avvocati Luca Conti e Giosuè Naso - difensore di Massimo Carminati nel processo di Mafia Capitale a Roma - dopo che è stata respinta, oltre a quella del patteggiamento proposto dalla maestra M.P. (la sua collega A.M.D.R. non ha avanzato richieste di riti alternativi), anche l'istanza di una delle parti civili (i genitori di una piccola vittima) di disporre un incidente probatorio finalizzato ad accertare i danni prodotti dai maltrattamenti contestati alle insegnanti. Il giudice ha ritenuto gli elementi sufficienti per il dibattimento che si annuncia molto combattuto perché la vicenda, quando esplose nel 2016, suscitò sorpresa e giudizi contrastanti in seno alla popolazione e nella stessa amministrazione comunale.
ACCUSE PIU' GRAVI
Ma in aula A.M.D.R. e M.P. andranno ora con un capo di imputazione reso più pesante dalle ulteriori aggravanti contestate dal pubblico ministero Rocco Maruotti e che riguardano comportamenti messi in atto nei confronti di soggetti minori e il fatto che gli episodi siano avvenuti in una struttura pubblica. Agli atti dell'inchiesta ci sono le audizioni protette di otto bambini tra i cinque e i sette anni, condotte da una psicologa forense incaricata dalla procura della Repubblica di Rieti, che testimoniano, ancor prima delle riprese effettuate con le telecamere nascoste e installate dai carabinieri all'interno della scuola dopo le prime denunce ricevute, quale fosse il clima che si respirava tra i piccoli alunni.
I maltrattamenti (si sarebbero verificati tra l'aprile e il giugno 2016), così come contestati e documentati dal magistrato, sono consistiti soprattutto in schiaffi, spintoni, offese personali pronunciate e registrate dalle cimici - attraverso frasi come «non capisci niente», «fai pena», «non sai fare niente», oppure minacce del tipo «vi faccio fare a capocciate», «ti appiccico al muro» oppure umiliazioni consistite nel punire i piccoli alunni lasciandoli in ginocchio, in un angolo della classe, anche per diversi minuti. Comportamenti ripetuti per mesi, culminati con il dileggio attuato nei confronti di un bambino affetto dai piedi piatti, costretto a camminare in modo goffo nel corridoio ad uso e consumo dei compagni di scuola, obbligati a imitarlo. Umiliazioni e derisioni, è lungo l'elenco delle singole circostanze annotate dai carabinieri e che saranno ripercorse nel corso del processo che si aprirà a marzo.
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