Ater nel baratro, ex del cda accusa:
colpa della politica delle assunzioni

Valentino Antonetti
di Alessandra Lancia
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Martedì 3 Giugno 2014, 05:38 - Ultimo aggiornamento: 15:11
RIETI - Interno Ater nei ruggenti anni Valentino Antonetti e poi Mauro Lattanzi, raccontati da un ex consigliere di amministrazione all'indomani dell'ennesima sconfitta patita dall'ente davanti al giudice del lavoro, che ha portato a cinque le cause perse contro dipendenti che denunciavano demansionamenti e mobbing. «Quando dissi che sette contenziosi aperti su quarantanove dipendenti rimandavano a qualcosa di patologico nella gestione, e che se non si fosse agito per superarli in bonis l'Ater avrebbe rischiato di saltare sembrava interessasse solo a me - ricorda Carlo Pezzotti, dal 2010 in cda in quota Pdl - I mali venivano da lontano, dalla gestione Antonetti, inaugurata con l'avvento alla direzione generale di Maurizio Rosati e costellata da una serie di operazioni di cui l'ente pagherà a lungo il conto».



A cosa si riferisce? «Non all'inchiesta in corso su Piani di Poggio Fidoni, sulla quale aspetto le conclusioni della magistratura, ma sicuramente sulle stabilizzazioni e progressioni che hanno portato da 31 a 49 persone fisse in pianta organica in anni in cui (siamo nel 2008-2009, ndr) già la crisi si faceva sentire sui bilanci pubblici e dove più che assumere gente, ovunque si facevano ponti d'oro perché se ne andasse. Invece all'Ater di Rieti si facevano ponti d'oro a chi arrivava, come una dipendente in comando da Roma che ci costava 55mila euro l'anno. Per non dire della cognata dell'allora direttore generale tra i 18 assunti e stabilizzati. Ma è chiaro che una gestione del genere doveva certamente essere conveniente sul piano politico visto il clima unanime del cda che Antonetti continuamente magnificava».



LA GESTIONE LATTANZI

Poi è arrivato Mauro Lattanzi (indicato dalla giunta Polverini) e voi del centr destra in consiglio: è cambiato qualcosa? «La situazione drammatica dei conti e dei contenziosi è saltata subito agli occhi ma sembrava che interessasse solo a me - ricorda Pezzotti - E adesso che stanno arrivando le sentenze che espongono l'Ater ad esborsi di almeno 50mila euro mi chiedo: chi pagherà? I vecchi amministratori non ci sono più, è vero; il direttore generale, che quando se ne andò si portò via cinque faldoni di documenti senza dare le consegne a nessuno non c'è più. Ma c'è la Corte dei Conti che spero che faccia chiarezza. Lì dentro si è fatta terra bruciata». E tutto in nome del popolo inquilino. Ma anche qui come altrove non si può dire che non si sapesse o si scrivesse.