IL PARADOSSO
In questo contesto di assoluta precarietà sotto il profilo del lavoro per ben 260 persone e di estrema incertezza per quel che riguarda la garanzia dell'utenza di ottenere un'assistenza sanitaria adeguata alla domanda, si interseca una vicenda, anche questa purtroppo non nuova sui palcoscenici della Asl reatina: ci riferiamo ai «premi di produzione» per l'ottenimento di obiettivi strategici. Premi che quest'anno sono stati elargiti a quattro dirigenti, assegnati con delibera 874 e che prevedono per Ornella Serva del settore Acquisizione e logistica di beni e servizi, Barbara Proietti degli Affari generali e legali, Roberto Longari dell'Amministrazione del personale dipendente e Luciano Quattrini per le Attività amministrative decentrate l'ottenimento di circa 10mila euro a testa per obiettivi che, in verità, rientrano già nelle linee guida dettate dalla Regione Lazio in tema di sanità e che, di fatto, non hanno nulla di eccezionale. Viene spontaneo quindi chiedersi la «ratio» della delibera, sia sotto il profilo del merito, ma soprattutto dell'economicità di gestione. Un parametro, quest'ultimo, che sembra ispirare ogni mossa del commissario Marinella D'Innocenzo ma che, nel caso in esame, mal si concilia con una spesa di 40mila euro per il raggiungimento di obiettivi che, nella realtà, sono già fissati dalla legge e non rientrano in traguardi di gestione individuati singolarmente e specificatamente per la realtà reatina. Basta leggersi la delibera 874 per capire che di eccezionale non c'è nulla, se non la somma elargita.
I mal di pancia del personale interinale e, conseguentemente, delle organizzazioni sindacali, sembrano quindi più che giustificati e non aiutano di certo a risollevare l'immagine di una sanità reatina, il cui share è costantemente in picchiata.
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