LA SCELTA
Amatrice invece no, la sua sagra che l'anno scorso avrebbe centrato il traguardo dei cinquant'anni non l'ha riprogrammata: troppo dolore e troppo fresco. La Pro loco del paese sarà comunque ai fornelli domenica prossima, in occasione della Amatrice-Configno (vedi pezzo su Rieti Sport), per la quale sono attese migliaia di persone. Anche questa sarà «la corsa della rinascita»: atletica e amatriciani sono d'altronde capaci di simili miracoli. L'anno scorso la gara si corse tre giorni prima del sisma: partenza dal parco Don Minozzi, passaggio su corso Umberto I, 850 metri in tutto di circuito cittadino e poi via lungo il nastro d'asfalto che porta alla verde Configno. «Quegli 850 metri si correranno anche quest'anno, ma da Villa San Cipriano - spiega al Messaggero Francesco De Marco, numero due dell'organizzazione e consigliere comunale di Amatrice. - Abbiamo già 1.500 pettorali prenotati, possiamo arrivare fino a 2.000. Problemi logistici non mancano: Protezione Civile e Comune stanno lavorando per cercare di risolvere al meglio tutte le difficoltà. Facciamo anche appello ai turisti del terremoto di evitare di venire domenica 20 agosto, ci saranno già numerose persone per la corsa. Ma contiamo di riuscire ad accogliere tutti e alla fine mettere tutti a tavola davanti ad un'amatriciana, a cui penserà la Pro loco». Questo domenica sera. Sabato ci sarà un'importante anteprima allo Scoiattolo: «Riavremo con noi i grandi amici della Amatrice Configno: Gabriella Dorio, Gelindo Bordin, Stefano Baldini e tanti altri. Per l'occasione verrà presentato il libro Amatriciana-Amatriciane, ovvero la nostra ricetta rivisitata da 32 chef stellati, da Marchesi a Cracco, da Vissani a Oldani e Bottura. Alla serata parteciperanno i nostri Maurizio e Sandro Serva della Trota». Per oggi intanto è previsto il tutto esaurito nei tre ristoranti attivi al Polo del Gusto (il Roma, Giovannino e Patrizia) e nei tanti attivi nella zona. E il 17 altra festa a Illica di Accumoli: anche qui il paese vuole rinascere e dopo la messa in onore del patrono, San Vincenzo Ferreri, sarà festa con i piatti della tradizione locale su quel «prato della salvezza» dove la notte del 24 agosto trovarono rifugio in 300 e dove ora sono state installate le casette d'emergenza. Ma quassù è ovunque così: la tristezza del ricordo, il tentativo di andare avanti e ricominciare.
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