Rieti, il giornalista Giovanni Floris
incontra “Reporter a scuola”

Gli studenti dell'Epn con Giovanni Floris e il vescovo Domenico Pompili
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 18:22
RIETI - La sala semeria era piena di giornalisti e dopo un primo momento di disorientamento, i ragazzi di “Reporter a scuola”, progetto didattico pluriennale del Liceo Statale “Elena Principessa di Napoli”, si sono trovati subito a loro agio, superando la timidezza e intervenendo nel dibattito che Giovanni Floris ha animato nel corso della mattina del 6 febbraio ad Amatrice, per approfondire il messaggio di papà Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali.

L’invito da parte della redazione di Frontiera è stato subito accolto con entusiasmo dai giornalisti in erba, e le parole di benvenuto di mons. Domenico Pompili, Vescovo di Rieti, hanno creato un clima accogliente e aperto al confronto e all’ascolto, da parte di tutti.

I ragazzi si sono preparati all’evento sia approfondendo il percorso professionale dell’importante giornalista, che incontrando qualche giorno fa David Fabrizi, responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, ma anche e soprattutto studiando attentamente il messaggio che Papa Francesco ha indirizzato a tutti gli operatori della comunicazione sociale, "Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria" (Es 10,2).

L’idea centrale del messaggio, l’uomo in quanto “narratore”, è stato ripreso da Giovanni Floris più volte, permettendo una serie di confronti e riflessioni in merito al rapporto tra giornalista e verità, completezza e semplificazione della notizia, domanda del lettore e attività dello scrittore, tutti aspetti interessantissimi che hanno coinvolto i partecipanti favorendo domande e interventi originali.

Pur se in mezzo a tanti giornalisti esperti e "navigati", gli studenti di Reporter a scuola hanno saputo porre questioni rilevanti, concentrando le loro riflessioni sul fatto che attualmente siamo bombardati e saturi di informazioni, finiamo per esserne travolti e rischiamo di non riconoscere i "racconti" significativi, la loro funzione "eternatrice" spesso si annulla a causa della superficialità del lettore, della velocità di lettura a cui egli è sottoposto in quanto le notizie non vivono più un processo di "invecchiamento naturale", sono sottoposte, come in altri campi dell'esistenza umana, a vivere il "mordi e fuggi".

All'interno del suo intervento, preciso e diretto, abituato alle ristrettezze dei tempi televisivi, Floris fa notare che la narrativa deve far fronte ad un obiettivo delineato e specifico, cioè la verità e l'accessibilità. Il giornalista ha quindi un'importante responsabilità, fare sintesi tra il rendere accessibile contenuti, attenersi alla realtà, rispettare il lettore con tutte le sue peculiarità. A fronte di ciò, è bene evitare punti di vista dogmatici, per offrire sempre strumenti al lettore che gli consentano di riconoscere e riconoscersi in fatti, idee e persone.

Molti i complimenti ricevuti dai ragazzi di Reporter a scuola i quali, riconoscenti per l'invito, hanno fatto tesoro delle indicazioni emerse nel dibattito, certi che le potranno seguire al più presto nei lavori che li vedranno impegnati nei prossimi mesi.
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