Rieti, Associazione Amarganta:
soddisfazione per la riuscita
di “Stelle del teatro reatino”

L'assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, durante la manifestazione tenutasi ieri
di Matteo Di Mario
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Domenica 27 Agosto 2017, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 16:44
RIETI – “Stelle del teatro reatino”. Questo il nome dell’evento che, a cura dell’associazione e casa editrice “Amarganta”, si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 26 agosto, presso il chiostro del Museo Civico di Rieti in via Sant’Anna.

L’iniziativa è stata l’occasione per presentare per la prima volta il saggio di Luisa Casiraghi “Pier Luigi Mariani – il teatro reatino dalla fine degli anni venti all’inizio degli anni cinquanta”, ma anche per riproporre al pubblico altri celebri titoli di autori del teatro reatino: “La ‘èsta e la sottana” di Savino Pasquetti, “Il quaderno a numeri” di Anita Pitoni, “Che Dio ce la manne bbòna” di Rodolfo Fallerini, le numerose pubblicazioni di Francesco Rinaldi e “Come il nero negli scacchi” di Paolo Fosso.

Partendo dalla tesi di laurea della compianta Luisa Casiraghi su Pier Luigi Mariani e sulla storia del teatro reatino degli anni ’30 e 40, dopo un ricordo del fratello dell’autrice, è intervenuto l’assessore alla Cultura di Rieti Gianfranco Formichetti, il quale ha ribadito la sua intenzione di potenziare il teatro, in particolare quello dialettale, in quanto esso rappresenta la vita e la storia della città.

In seguito, è stata la volta della presentazione dei vari testi in programma, pubblicati dall’associazione “Amarganta”. Le organizzatrici Cristina Lattaro e Paola Fallerini hanno infatti passato in rassegna le opere di tutti quegli autori che hanno proseguito la tradizione inaugurata da Mariani.

Pasquetti, ad esempio, esordì come attore teatrale nella compagnia “Piccola Scena” a fianco proprio di Mariani e quest’esperienza si rivelò fondamentale per la sua successiva carriera di autore. Nel corso dell’evento Anita Pitoni, memoria storica del teatro dialettale, ha sottolineato con la sua consueta vivacità alcuni momenti salienti di quegli anni.

Successivamente Francesco Rinaldi ha letto alcune poesie di Pasquetti dalle quali emergono le due grandi passioni dell’autore: la poesia e il teatro.

Il teatro nei versi di Pasquetti  è “un cristallu a visavì”, in cui si riflettono tutte le debolezze e i pregi degli uomini, uno specchio della vita e il modo migliore per raccontare una città.

In conclusione Paolo Fosso ha salutato i presenti e ha voluto soffermarsi sul fatto che il dialetto non è un qualcosa di lontano dalla nostra cultura, ma costituisce la base e la radice della civiltà europea e per questo va rivalutato e soprattutto esaltato.

«Si è trattato di una serata nella quale – affermano le organizzatrici – libri e autori hanno permesso che passato e presente si potessero fondere, delineando il prossimo brillante passaggio verso le scene del futuro».
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