Rieti, la marcia sul Peschiera
delle istituzioni reatine contro
la sindaco Raggi

Virginia Raggi
di Alessandra Lancia
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Sabato 30 Luglio 2016, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 13:44
RIETI - E' ufficiale: il 5 agosto manifestazione popolare alle sorgenti del Peschiera per rivendicare da Roma il ristoro per l'acqua reatina. E ad organizzarla, su mandato dei sindaci dell'Ato reatino, sono il presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi e il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli. Quanto di più istituzionale in una battaglia che oggi giorno che passa assume invece i toni di uno scontro tutto politico.

Dopo 20 anni di limbo sulle concessioni delle sorgenti Peschiera-Le Capore, a 13 anni dal primo atto legale di messa in mora della Provincia di Rieti (presidente Calabrese) di Acea-Comune e Provincia di Roma per lo sfruttamento di quelle sorgenti, dopo 10 anni dal primo tentativo della Regione (presidente Marrazzo) di definire un ristoro per l'Ato reatino dall'Ato romano, ci voleva una sindaca romana Cinque Stelle per mobilitare i sindaci reatini contro la capitale.

UNA STORIA DATATA
I grillini reatini di entrambe le confessioni (Grilli parlanti e Sabina in Movimento) mordono il freno e masticano fiele: a vedere la Raggi (nella foto) accusata dal Pd, dal Psi e da Sel di essere quella che ha bloccato l'indennizzo per Rieti non ci stanno. E per certi versi hanno pure ragione. Perché non è da oggi ma sono almeno 13 anni da quando cioè la Provincia si rivolse al Tribunale delle Acque per avere un ristoro e/o la concessione delle sorgenti Peschiera-Le Capore che questo indennizzo viene evocato, promesso, quantificato ma mai è stato erogato e riscosso. Perché questa dell'acqua che vede confrontarsi il blocco granitico degli interessi romani con quello assai più debole e sfilacciato dei diritti dei reatini - è una storia infinita di annunci e rovesci, la cui estrema complessità sotto il profilo tecnico, amministrativo e legale, è stata sempre piegata alle logiche strumentali della politica. E la politica le acque le intorbida, non le chiarisce.

LE CARTE
Ad oggi sul tavolo abbiamo una delibera regionale (quella del 17 maggio, presidente Zingaretti) che fissa un ristoro milionario per Rieti più modesto rispetto alla delibera del 2006 ma con un meccanismo di «esigibilità» evidentemente più robusto, se si è «meritata» ben 4 ricorsi al Tar per bloccarla. Contro la delibera regionale 2006, benché assai più onerosa per i romani (e vantaggiosa per i reatini), di ricorsi al Tar praticamente non ci fu bisogno. Per renderla inoffensiva bastò fare melina. E a fare melina furono tutti, dall'allora presidente della Provincia di Roma Zingaretti al sindaco Alemanno alla presidente della Regione Polverini. Eppure né il presidente della Provincia Melilli, né i sindaci Emili prima e Petrangeli poi sono mai arrivati a minacciare marce sul Peschiera.

LE STRADE
Per anni, per portare a casa i soldi dell'interferenza d'ambito, si sono battute due strade: quella legale (c'è un contenzioso aperto tra Ato3 e Acea-Ato2, con tanto di atto di citazione per danno erariale della Guardia di Finanza da oltre 70 milioni di euro) e quella politica. La delibera regionale del 17 maggio scorso doveva funzionare da soluzione politica, «assorbendo» e azzerando anche i contenziosi legali. Ma mentre a Rieti si discuteva di quanto fossero pochi quei milioni promessi e neanche sicuri, a Roma tanto l'Ato2 quanto l'Acea preparavano ricorso per non pagare neanche quelli. E sotto il ricorso di Ato2 c'è la firma della Raggi, non di altri. E tanto è bastato ai sindaci reatini per mobilitarsi come mai prima.
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