Ricostruzione, le casette a Borbona
ancora in coda Leonessa e Cittareale
e spunta lo strano caso delle Marche

Ricostruzione, le casette a Borbona ancora in coda Leonessa e Cittareale e spunta lo strano caso delle Marche
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Giovedì 1 Marzo 2018, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 13:35
RIETI - Anche Borbona ha le sue casette, 18 in tutto, inaugurate a meno cinque gradi sottozero ieri a mezzogiorno giusto in tempo per capire l’effetto che fa l’inverno dell’alta valle del Velino in «sae». Qui il terremoto che ha fatto danni e tanti (250 le abitazioni con diverso grado di inagibilità) fu quello del 18 gennaio, ma per dare un tetto alle famiglie che ebbero la casa classificata «E ed F di non rapida soluzione» c’è voluto, appunto, un anno e un mese. Colpa non tanto del montaggio delle sae che si fa presto ma di tutto l’iter che è servito per individuare un’area idonea e procedere con l’urbanizzazione.

A Leonessa, situazione analoga, l’installazione di 22 sae è iniziata in gennaio ma non c’è ancora una data di fine lavori; idem a Cittareale. L’ultimo bilancio utile della Protezione civile diceva, per il Lazio, 732 casette consegnate su 826 ordinate. Insomma, lavoro (quasi) ultimato dopo procedure amministrative e urbanistiche defatiganti, un consumo di suolo pazzesco e il punto interrogativo – già posto mesi fa dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi – sul futuro ultimo di aree e casette. L’allora commissario Vasco Errani, nel presentare gli insediamenti alle popolazioni ancora riunite sotto i tendoni, parlò di villaggi provvisori, destinati a fine emergenza a tornare i prati e le colline che erano. Peccato che per fare il villaggio principale di Accumoli una collina sia stata letteralmente segata, per non dire dei maxi insediamenti amatriciani di Colle Magrone.

IL PARADOSSO DELLE MARCHE
Per questo che fa sobbalzare l’ordinanza della Protezione civile firmata ieri da Angelo Borrelli che disciplina «ulteriori interventi urgenti» conseguenti al terremoto del 2016-2017. L’ordinanza riguarda la Regione Marche ma fa comunque riflettere anche di qua dal confine di Arquata. Cosa dispone la Protezione civile 19 mesi dopo la prima scossa di terremoto che squassò il centro Italia? Che «al fine di garantire un minore consumo del suolo e la riduzione delle aree da destinare ad insediamenti temporanei» la Regione Marche può comprare abitazioni da destinare ai residenti dei suoi comuni che persero la casa, perché in zona rossa o perché classificate con danni di tipo E e F. Per il Comune di Tolentino si consente di costruirne direttamente di nuove, senza passare insomma per le sae, «qualora tale situazione risulti economicamente più vantaggiosa rispetto alla realizzazione di insediamenti temporanei».

Oppure di «allestire immobili già esistenti nel comune». Stesso discorso per le stalle. «Incredibile – sbotta Paolo Trancassini, sindaco di Leonessa – sono mesi che ripeto queste cose, ho chiesto di adattare una scuola in una frazione di Leonessa per ricavarci due abitazioni evitando sae e villaggetti. Non me l’hanno fatto fare. Adesso scopriamo il consumo di suolo e che tra una sae e una casa vera quasi quasi conviene la casa vera. Non ci sono parole».
 
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