Rieti, Referendum costituzionale:
il Comitato a Fioravanti

Fabio Melilli
di Alessandra Lancia
2 Minuti di Lettura
Sabato 28 Maggio 2016, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 13:31
RIETI - Il referendum costituzionale? Roba da professori, e il Pd reatino schiera quello di Fabio Melilli, Gisberto Fioravanti. Un mito per i liceali degli anni Settanta, per le sue imperdibili lezioni di Filosofia e per uno spirito libero che ha sempre volato assai più alto di logiche di potere e di partito. «E' vero, non ho mai fatto politica attiva e non comincerò certo a farla adesso dice al telefono dalla sua casa di via dei Mirti Semplicemente mi è stato sollecitato questo impegno da alcuni ex allievi e ho dato loro la mia disponibilità».

Dunque, condivide lo spirito di una riforma pure così contestata da molti altri professori? «Avremo tempo per entrare nel merito», chiude Fioravanti, che ha superato le 90 primavere con non pochi acciacchi. Chi invece parla è Fabio Melilli, che da segretario regionale del Pd aveva appena ingaggiato il professor Giuseppe Vacca, storico direttore dell'Istituto Gramsci, per la guida del comitato per il Lazio e ora si dice soddisfatto per la scelta del professor Fioravanti. «Soddisfazione che nasce innanzitutto al fatto di aver avuto il privilegio di apprezzare non solo in qualità di studente negli anni del Liceo come tantissimi altri reatini di diverse generazioni, la grandissima cultura e sensibilità del professor Fioravanti, ma soprattutto perché per questo passaggio, fondamentale per l'evoluzione democratica del sistema Italia, il professore ha scelto con generosità di abbandonare il «lathe biosas» e di riaffacciarsi alla vita pubblica».

Da settimane anche nel Pd reatino era partita la caccia al presidente del Comitato per il Sì. La linea era quella di «allargare» la partecipazione ai comitati e alla campagna referendaria ad altri mondi. «Penso a esponenti di categorie economiche, della cultura, all'associazionismo civico, alle professioni aveva detto Melilli a Il Messaggero - Specie sui capoluoghi non faremo operazioni strette». Più in generale, la linea del nazionale era quella di fare dei Comitati per il Sì la nervatura della nuova classe dirigente dem, ben oltre i confini del rissoso partito. Poi, per strada, qualcosa deve essere cambiato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA