Rieti, Papa Francesco: il racconto
della sua visita a Greccio

Papa Francesco e il vescovo Pompili
di Alessandra Lancia
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Martedì 5 Gennaio 2016, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 13:06
RIETI - Papa Francesco a Greccio nel più francescano dei modi: con la sua vecchia Ford Focus blu, accompagnato dal vescovo Domenico Pompili e da don Fabrizio Borrello, facendo quasi venire un colpo a chi se lo è ritrovato davanti, vestito di bianco e senza nessun altro segno esteriore che non fosse il suo sorriso e l’andatura un po’ basculante. Alle 14.30 ha incontrato i ragazzi del Meeting di Giovani all’Oasi. Poi, quando alle tre del pomeriggio mancavano cinque minuti, ha bussato alle porte del vicino convento. Quello che Rieti desiderava che accadesse da quando il Papa argentino, affacciandosi sulla loggia di San Pietro, annunciò di aver scelto il nome di Francesco, è successo ieri, senza preavviso né protocolli ufficiali, perché il desiderio di Bergoglio era unicamente quello di andare a pregare là dove Francesco nel 1223 mise in scena il primo presepe.

IL PERCORSO
Accompagnato dai frati presenti nel santuario, ha puntato diritto alla grotta del Presepe dove è rimasto in preghiera in silenzio per qualche minuto. «Questo ha chiesto: silenzio», dice Alfredo il padre guardiano, in una Greccio sospesa tra le nuvole e la nebbia che salivano dalla Piana. E ieri era uno di quei giorni che dalla rupe dov’è aggrappato il santuario poteva per davvero spuntare San Francesco. Ed è spuntato il Papa che ha voluto per sé il suo nome. «Ringrazio il Signore per questa grazia - ha scritto poi nel libro dei visitatori firmandosi Francesco - e gli chiedo di benedire la Chiesa, il Vescovo di Rieti, i frati, i fedeli... e aiutaci tutti a scoprire la stella e a cercare il bambino». Le stesse parole - «vi auguro la grazia di scoprire la stella e seguire il bambino» che aveva detto ai ragazzi increduli riuniti all’Oasi. Sul piazzale, ad aspettare il Papa non c’erano più di una dozzina di persone tra cui due bambini che non credevano ai loro occhi: per ognuno una benedizione, una stretta di mano, una preghiera. Il Papa è poi entrato in chiesa ed è riuscito poco dopo, infilando la scalinata per il piazzale superiore del santuario, dove aspettava l’auto che lo ha riportato a Roma. La notizia della sua visita (lanciata in anteprima dal messaggero.it) aveva già fatto il giro della città e di mezza Italia: per Papa Bergoglio era tempo di rientrare «nei ranghi».

Più difficile per i ragazzi del Meeting dei Giovani e per la comunità dei francescani di Greccio tornare sulla terra. Nessuno sapeva nulla: unica consegna, a mezzogiorno dopo il dibattito con Licia Colò e il teologo Morandini sull’ambiente, non sciogliere le righe perché nel pomeriggio ci sarebbe stata «una sorpresa del vescovo». Niente di più. Intorno alle 13 il Papa era già a Rieti, in Curia, ma doveva essere una visita di pura cortesia «istituzionale»: «Il Papa è voluto venire a Greccio in forma totalmente privata e riservata - conferma il vescovo Domenico Pompili. - Il suo desiderio era vedere il luogo dov’è nato il presepe, a Greccio, altra culla del francescanesimo. Dopo il mio insediamento gli avevo scritto per invitarlo a Rieti, ma quella di oggi è stata una sua iniziativa personale. E’ passato in Curia a salutarmi e salendo a Greccio gli ho detto che avevamo i giovani riuniti in un Meeting ispirato alla sua enciclica, Laudato Sì. E lui ha accettato di incontrarli prima di andare al santuario».

La sala dell’Oasi, alle 14.30, era ancora gremita, ma col Meeting terminato praticamente al mattino qualcuno era già ripartito. E quando dalla porta è comparso il Papa i ragazzi non sapevano se ridere, piangere tanta era la gioia di avere tra loro Francesco in carne ed ossa. «Vi auguro che la vostra vita sia accompagnata dalla stella e che non vi manchi l’umiltà di seguire Gesù», ha detto ai ragazzi che l’hanno salutato al grido di Francesco-Francesco. «E adesso vi prego, lasciate il Papa andare a pregare al presepe».
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