Ma il caso Poggio Mirteto è paradigmatico di una situazione che non sarà semplice gestire. Già sabato mattina, dopo le prime notizie che annunciavano l'arrivo nella cittadina mirtense, in particolare allo Scalo, di una trentina di migranti, la situazione si è elettrizzata. Da un lato la preoccupazione della popolazione, causata anche da informazioni frammentarie. Dall'altro gli amministratori, in primis il sindaco Giancarlo Micarelli, intenti a placare gli animi e a spiegare i contorni dell'operazione, gestita dal ministero dell'Interno e quindi dalla Prefettura, che prevedeva un progetto d'accoglienza gestito da coop private e che avrebbero provveduto a sistemare i migranti in strutture individuate sui vari territori. Ma il numero degli arrivi, la loro provenienza (i Paesi del nord Africa) e la necessità di utilizzare alcuni appartamenti sfitti, dopo una turbolenta assemblea pubblica con sindaco e assessori, hanno convinto l'amministrazione mirtense a frenare. La preoccupazione si è accesa, in particolare, a causa del rapporto numerico tra residenti e le persone da accogliere: i trecento abitanti della zona Poggio degli Ulivi dove erano state individuate le strutture ospitanti (appartamenti sfitti, ndr) e i circa trenta migranti. Numeri diversi dal rapporto tre ogni mille abitanti di cui si parla in queste ore a livello di Anci e Viminale.
Il Comune stesso, appena saputo che Poggio Mirteto era stato individuato come sito del progetto di accoglienza, ha chiesto lumi alla Prefettura. «Poggio Mirteto - ha spiegato il sindaco Micarelli - è un Comune aperto all'accoglienza, secondo il rispetto delle regole. Nella fattispecie, però, non siamo noi che gestiamo l'accoglienza ma una coop privata. Ho scritto e detto verbalmente alla Prefettura tutto ciò che è emerso nella riunione e la Prefettura con una nota ha prima diminuito i numeri, parlando di 23 persone che verrebbero ospitate per far fronte al momento contingente di emergenza, e si è poi impegnata entro un mese a trasferire altrove questi cittadini stranieri richiedenti protezione». Il gruppo di cittadini stranieri che arriva da Vibo Valentia a questo punto non è chiaro dove è stato ospitato. Da notizie ufficiose trapelate nella serata di ieri, si sono trovate dalla Prefettura soluzioni alternative a Poggio Mirteto, in strutture comunque in zona e nell'area romana. Riguardo, più in generale il progetto di accoglienza e che vede coinvolta anche la Prefettura di Rieti, le ultime notizie dicono che le regole per la gestione dell'accoglienza potrebbero cambiare a partire da questa settimana. L'idea di base del nuovo testo punta sull'affidare più potere decisionale e più responsabilità alle amministrazioni locali. Se attualmente l'80% dei richiedenti asilo viene distribuito in strutture gestite che rispondono alla prefetture e solo il 20% attraverso i Comuni, l'idea è di invertire la proporzione.
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