Il Consiglio Nazionale Indigeno del Messico alle Tre Porte

Il Consiglio Nazionale Indigeno del Messico alle Tre Porte
di Fabiana Battisti
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 11:07

RIETI - “Traiettorie di acqua, montagne e cemento” è il nome della tappa reatina della carovana del Consiglio Nazionale Indigeno del Messico, itinerante per l’Europa da più di un mese per fare rete con le realtà resistenti alle opere dannose per territori ed ambiente.
 
Dal Messico in Europa, è stato lungo il viaggio delle rappresentanza delle comunità indigene centro americane in lotta contro l’estrattivismo fossile. Ma ne è valsa la pena, perché a guidarle è stato il filo rosso della comunione di intenti che le lega naturalmente alle tante comunità resistenti italiane. 


Anche nel nostro paese, infatti, gruppi cittadini si frappongono fra la realizzazione di grandi opere irrispettose degli equilibri ambientali e il Pnrr, che potrebbe accelerarne una scellerata attuazione.

E già, nel titolo della tappa reatina si svela il cuore critico del percorso della carovana: nessuna strada è segnata, ma servono prospettive nuove da cui osservare.


Con “Traiettorie di acqua, montagne e cemento”, la delegazione del Consiglio Nazionale Indigeno (CNI) scoprirà la ricchezza di un territorio pieno di risorse naturali confliggenti con gli interventi edilizi. Ne è un esempio la bellezza del Terminillo, oggi ancora seriamente a rischio per il devastante e illusorio progetto Terminillo Stazione Montana.

Inoltre, si parlerà di altri pericoli e criticità che gravano sul territorio, come il progetto di raddoppio dell’acquedotto Peschiera che inciderà gravemente sul Fiume Velino, l’oro blu di cui è custode la comunità reatina.

L’appuntamento è il 3 novembre alle 17 presso le “Tre porte” in via della verdura 21 a Rieti, aperto al pubblico fino ad esaurimento posti nel rispetto delle normative anti-Covid. Si discuterà delle condizioni che hanno portato il pianeta all'attuale scenario di collasso ambientale e sociale, in cui le disuguaglianze economiche e di genere fanno eco al binomio crisi climatica e pandemica.


«Nella nostra provincia, tutti questi temi si intrecciano con quello del terremoto, il quale non ha fatto altro che accentuare lo spopolamento delle aree interne, e a quello del rischio idraulico e idrogeologico che incombe su tutta la conca reatina, mostrando la totale incapacità dello Stato di prevenire e affrontare in post emergenza gli eventi catastrofici. - sostengono le associazioni coorganizzatrici -  Con le Associazioni e le Istituzioni che vorranno intervenire, si parlerà delle esperienze di ricostruzione dal basso e delle vertenze in atto per difendere un territorio al margine della metropoli romana e sospeso in equilibrio precario tra sfruttamento delle risorse e opportunità di valorizzarle con progetti di economia locale non invasivi e socialmente equi».

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