Fara Sabina, il circolo coresino del Pd
dà la sua versione sul «caso Rosati»

Fara Sabina, il circolo coresino del Pd dà la sua versione sul «caso Rosati»
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 21 Aprile 2015, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 20:31
Ricordano i gesti di chi mette le mani avanti per cadere in piedi, ma anche quelli del pugile che si rialza dal tappeto e tenta di sferrare il colpo decisivo, le parole della segretaria del circolo del Partito democratico di Passo Corese Monica De Cesaris. Che, una volta diventato di dominio pubblico che il segretario comunale Giorgio Rosati ha rimesso il mandato al coordinatore provinciale Antonio Ventura, si affretta ad inviare una nota in cui chiarisce, specifica, sottolinea, ribadisce che “che il circolo da me guidato ha sempre lavorato per l’unità del partito democratico farense”.



LA POSIZIONE DEL CIRCOLO CORESINO

E nonostante le frizioni tra il circolo coresino e il segretario siano innegabili (le dimissioni del predecessore della De Cesaris in polemica con la dirigenza del Pd, la scissione del gruppo consiliare per iniziativa di due tesserati coresini, (poi ricompattato), la bocciatura della creazione del circolo unico, su tutte) la De Cesaris sostiene che “il nostro impegno è sempre stato nell’interesse del Pd. Lo abbiamo fatto con le innumerevoli iniziative tematiche, con il ricongiungimento del gruppo consiliare, ma anche attraverso un documento politico di luglio, in cui sono state presentate le proposte necessarie per rilanciare il partito democratico e ridare centralità a un Comune importante come il nostro”.





Poi però la segretaria che insiste sul fatto che il suo circolo rappresenti “la minoranza e non è determinante sulle scelte del partito locale” inevitabilmente finisce allungando le distanze con l’ormai ex segretario di cui contesta il modus operandi.



DUE MESI DI STASI

“La decisione del segretario Rosati di non rinnovare il mandato, purtroppo, -dice - è avvenuta attraverso un sms e mai nei luoghi decisionali, così come le proposte politiche avanzate non hanno trovato luogo opportuno, e questo ha portato alla stasi politica. Dalle dimissioni del 23 febbraio il mio lavoro è stato quello di capire come procedere per uscire da questa situazione delicata. Circa venti giorni fa ho fatto un direttivo di sezione invitando alla discussione i segretari degli altri circoli e il gruppo consiliare. Più volte ho chiamato e sollecitato il segretario provinciale a esprimersi anche attraverso la convocazione di un direttivo comunale, ma a oggi, senza alcun seguito”.



Chissà se ora che sono stati portati fuori dalla famiglia, in piazza, tra la gente, i panni sporchi del Pd si riusciranno definitivamente a lavare. Magari in tempo per le elezioni amministrative del 2016.