RIETI - Non soltanto la nomina ad étoile all’Opera di Roma e una lunga carriera all’English National Ballet, ma anche il premio alla carriera conferitole dal Comune di Rieti e il solido legame intessuto con la città e il suo Premio Internazionale di Danza. Elisabetta Terabust, fra i grandi nomi della danza italiana negli anni ’70 e ’80 - morta questa notte a 71 anni - nel corso della sua vita non aveva mancato neanche l'appuntamento al teatro Flavio Vespasiano, invitata più volte dal patron del Premio Piero Fasciolo a far parte del giuria del concorso reatino.
A ricordare la sua partecipazione al Premio Internazionale di Danza Città di Rieti, a poche ore dalla scomparsa, sono proprio il patron Piero Fasciolo, il coordinatore generale del Premio Simone Lolli e il coordinatore artistico Luna Ronchi, dai quali la Terabust, nel 2011, fu invitata per la prima volta in qualità di giurato al Rieti Danza Festival: «Avevamo un rapporto amichevole, cordialissimo - ricorda Fasciolo - e fu lei stessa, negli anni in cui fu giurato a Rieti, a confermare la qualità del Premio come fra i più prestigiosi in ambito internazionale dove, disse, era felice di aver trovato un ambiente professionale ma, al tempo stesso, familiare».
Due anni dopo, nel 2013, di nuovo in occasione del Festival, il ritorno della Terabust a Rieti e la presentazione, alle Officine Varrone di Largo San Giorgio, del suo libro biografico, "Elisabetta Terabust. L'assillo della perfezione", scritto dal danzatore e scrittore Emanuele Burrafato. E su spinta del Festival, quell'anno arrivò anche il premio alla carriera conferito alla Terabust dal comune di Rieti.
L'ultima volta dell'étoile romana a Rieti fu invece l'anno seguente, nel 2014, seconda presenza in qualità di giurato del Premio.