Rieti, D'Ambrosio dà un marcia
in più alla Valle del Tevere:
"Pronti per l'esame di maturità"

Danilo D'Ambrosio
di Renato Leti
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Sabato 31 Dicembre 2016, 10:59
FORANO – Un giocatore “a tutto campo” che non si risparmia dal momento in cui scende sul terreno di gioco fino all’ultimo istante della gara; un atleta nel vero senso della parola che “macina terreno” e si fa trovare sempre al punto giusto del campo ed al momento giusto rilancia il pallone al compagno meglio piazzato in area per concretizzare l’azione offensiva. Molti gol realizzati dagli attaccanti della Valle del Tevere nella scorsa stagione e nel girone d’andata del campionato in corso sono scaturiti dai suoi cross, “pennellati con tocco d’autore” e serviti per la deviazione nella rete avversaria.

LA STORIA

Danilo D’Ambrosio, nato a Roma il 10 agosto 1988, è cresciuto nel settore giovanile della AS Roma ed ha indossato successivamente le maglie del Grosseto, Darfo Boario, Aprilia, Igea Virtus, Montevarchi, Lupa Roma, Città di Ciampino, Lepanto Marino, Valle del Tevere.

L’INTERVISTA

Il momento più importante della sua carriera?
L’ultimo anno disputato con la squadra Primavera della AS Roma, quando raggiunsi il mio massimo stato di forma e fui aggregato alla prima squadra allenata all’epoca da Luciano Spalletti. C’è stato poi un altro momento assai importante: quando andai al Grosseto e l’allenatore era Stefano Pioli. Purtroppo ebbi un serio problema al calcagno che mi costrinse all’inattività per ben 14 mesi ma fortunatamente ho potuto riprendere poi nel modo migliore.

Quali compagni di squadra ricorda con maggiore piacere?
Tra i miei ex compagni metto al primo posto colui che è stato da sempre la mia spalla sia dentro che fuori dal campo: Simone Palermo, attualmente in serie B con la Virtus Entella. E’ un giocatore stratosferico e soprattutto un uomo vero al quale personalmente devo molto.

E tra gli allenatori?
I ricordi più belli li ho vissuti con Alberto De Rossi, allenatore storico della AS Roma Primavera al quale rivolgo un particolare ringraziamento per aver creduto in me, tecnicamente parlando, ma essenzialmente per avermi trasmesso quelli che sono i veri valori di questo sport. Un tecnico e una persona semplicemente eccezionale.

Come giudica l’attuale campionato della Valle del Tevere?
Vedo il nostro campionato come quando si passa dalle scuole medie alle scuole superiori dove ci si prepara poi per l’esame di maturità: stiamo facendo questo e lo stiamo facendo alla grande. Ci stiamo preparando nel modo migliore perché quando arriverà il giorno dell’esame non dovremo farci trovare impreparati per nessuna ragione al mondo! Questa è l’unica certezza che mi sento di esprimere.

Com’è l’ambiente in casa Valle del Tevere?
Riguardo a questo aspetto, parlano chiaro i chilometri che quasi tutti noi facciamo ogni giorno per venirci ad allenare e disputare le partite. Oltre cento chilometri ogni volta che tuttavia non ci pesano nemmeno un po’ perché questa è una delle poche società rimaste che ti permette di arrivare al campo col sorriso e non mi riferisco all’aspetto economico ma alle persone che ne fanno parte: dal presidente che è la nostra colonna portante fino al fisioterapista che tra un turno di lavoro e l’altro fa i salti mortali per essere presente al campo. Tutti vorrebbero venire qui e chi indossa questa maglia sa benissimo di essere un privilegiato, io per primo!

I suoi propositi per il futuro?
La vita mi ha insegnato a non pensare troppo al futuro, o meglio sono del parere che il futuro si costruisce con il presente: quindi tutto quello che posso fare è cercare di dare sempre il massimo per non ritrovarmi poi un giorno a dover vivere di rimpianti e soprattutto di raggiungere insieme a questo fantastico gruppo l’obiettivo per cui tutti i giorni ci alleniamo a cento chilometri orari! La voglia di tutti noi di vincere più partite possibili e tirare le somme a fine campionato.

Una squadra che ammira e un giocatore famoso?
Premetto che il calcio in televisione non mi fa impazzire. Sono nato e cresciuto come tifoso della SS Lazio mentre per quanto riguarda un giocatore che ho sempre ammirato, anche se il mio modo di giocare è totalmente opposto al suo, è senza ombra di dubbio Roberto Baggio, come giocatore ma soprattutto come uomo. Se devo citarne uno ancora in attività, dico Dani Alves.

Un suo parere sul calcio dilettantistico di oggi?
Mi sento un privilegiato perché io per fortuna – e sottolineo per fortuna – sono arrivato a quasi 29 anni senza aver mai usufruito della famosa regola degli under. Mi ritengo fortunato perché non avrei mai accettato di dover giocare obbligatoriamente tutte le volte che sono partito titolare e ogni volta che sono sceso in campo sapevo di essermelo guadagnato durante la settimana. Oggi purtroppo i giovani che rientrano nella fascia d’età obbligatoria (tranne quelli della Valle del Tevere) sanno già che la domenica giocheranno, pur non impegnandosi come dovrebbero. Il calcio è bello per la competizione che si crea tra più persone che vivono la stessa passione e il dilettantismo ogni anno, sempre di più, sta mettendo in dubbio quello che è il valore più importante di questo sport, ossia la passione stessa.

DICONO DI LUI

Stefano Scaricamazza, tecnico della Valle del Tevere
E’ stato uno dei protagonisti dello scorso campionato e si è confermato quest’anno come uno tra i migliori della rosa. Un giocatore sempre disponibile, molto duttile sul campo, importantissimo nello scacchiere della squadra.

Enzo De Santis, presidente della Valle del Tevere
Un ragazzo eccezionale che per il suo comportamento, anche durante gli allenamenti settimanali, va portato ad esempio per i giovani del nostro gruppo. Sul campo poi dà sempre il massimo: ci auguriamo di averlo nella nostra squadra anche in futuro.
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