Rieti, il baby bomber Marcelli sogna
un futuro tra i Pro: "Ma prima
la salvezza de La Sabina"

Simone Marcelli
di Renato Leti
4 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2017, 08:54
POGGIO MIRTETO – Il settore giovanile de La Sabina, per oltre vent’anni, ha rappresentato un riferimento importante per tanti giovani del territorio sabino, tiberino e romano che al Valletonda di Poggio Mirteto o al Rinalduzzi di Montopoli sono cresciuti sotto la guida di tecnici competenti e preparati sia dal punto di vista agonistico che da quello sociale. Tanti ragazzi sono partiti dalla scuola calcio, hanno percorso tutta la trafila delle formazioni giovanili e sono arrivati in prima squadra mettendosi in luce nei campionati di Promozione ed Eccellenza che la società giallonera ha finora disputato. Tra quelli che sono giunti al traguardo della prima squadra troviamo Simone Marcelli, un ragazzo di Poggio Catino che si è particolarmente distinto già dalla scorsa stagione.

LA STORIA

Simone Marcelli è nato a Roma il 17 settembre 1998 e possiede le doti tipiche dell’attaccante vero: prestanza fisica, tecnica di gioco, senso della posizione in campo, potenza nel tiro. Ha realizzato molti gol nella formazione che disputa il campionato Juniores Regionali ed è stato decisivo anche in alcune gare disputate in Eccellenza.

L’INTERVISTA

Raccontiamo i primi calci al pallone?
Ho iniziato a giocare al calcio all’età di 6 anni proprio ne La Sabina e sono rimasto in questa società per non allontanarmi dalla mia famiglia e dai miei amici.

Altrove, magari, poteva esserci una carriera più rapida?
Forse avrei potuto disputare anche categorie più importanti ma posso dire che qui mi sono divertito ed ho giocato comunque diversi campionati regionali trovandomi molto bene e realizzando un buon numero di gol.

C’è qualche ricordo particolare di quei campionati?
Uno degli episodi che ricordo con maggior piacere è collegato alla partita vinta contro la Valle del Tevere. In quell’occasione ci giocavamo il campionato ed era l’ultima giornata: misi a segno una tripletta e vincemmo la gara per 4-0 portando così a casa la conquista del titolo di campioni provinciali! Non è stata tanto la vittoria in quel campionato ad essere clamorosa ma soprattutto è stato bello conquistare il titolo dei ’97 con la nostra formazione composta solo da ragazzi del ’98!

Altri momenti emozionanti?
Un altro episodio che mi emoziona ancora è sicuramente il mio primo gol in Eccellenza realizzato lo scorso anno contro il Civitavecchia, alla mia seconda presenza in squadra da titolare. Adesso sono arrivato a quattro gol in Eccellenza e voglio provare a segnare ancora di più al fine di poter diventare un giocatore indispensabile per la mia squadra.

C’è l’ambizione per approdare in categorie superiori?
Certo, nella mia carriera vorrei ambire a giocare in categorie superiori all’attuale, magari arrivando tra i professionisti ma mi rendo conto che per poter raggiungere certi traguardi dovrò lavorare sodo e segnare tanto ovunque dovessi giocare.

Una stagione difficile, questa, per La Sabina?
Una stagione caratterizzata purtroppo da tante insidie e tuttora non è facile risollevarsi dopo i vari episodi che si sono succeduti nel corso degli ultimi mesi nell’ambito della società. Abbiamo cambiato ben quattro allenatori da agosto a oggi e la maggior parte dei giocatori che compongono attualmente la squadra militavano in altre squadre all’inizio del campionato. E’ stato quindi difficile e complicato creare un gruppo solido: nonostante tutto ciò, io credo che la salvezza è un obiettivo che si può ancora raggiungere perché abbiamo i mezzi per poterlo fare ma per ottenere questo dovremo essere uniti fino all’ultimo secondo. Nulla è perduto, purchè si crei un gruppo compatto che giochi ogni partita come se fosse una finale.

Con i compagni di squadra com’è il rapporto?
I compagni con cui quest’anno ho legato di più sono Giulitti, Massaini, Scortichini, Marcheggiani e Angelelli: quelli con cui sono stato insieme già dallo scorso anno sono Rodolfi, Gasperini e Negri che conosco da quando ero piccolo.

C’è un allenatore che ricorda in modo particolare?
Il tecnico che più mi ha fatto crescere nel corso degli anni è stato Stefano Rodolfi che mi ha allenato anche prima di arrivare in prima squadra, quando disputavo i Giovanissimi e gli Allievi. Con mister Rodolfi sono cresciuto molto ed ho avuto l’opportunità di farmi notare da chi guidava allora la prima squadra ed ho così potuto esordire in Eccellenza.

Altri interessi al di fuori del calcio?
Quando non mi alleno o non devo disputare le partite mi piace uscire insieme ai miei amici: il più delle volte con i compagni di squadra che ho nominato prima.

La squadra ed il campione che ammira?
La mia squadra del cuore è la Roma ed ovviamente il giocatore che ammiro di più è il capitano Francesco Totti che è l’idolo di ogni romanista a che ha fatto la storia della Roma!

E a livello internazionale?
Ammiro molto Neymar, il calciatore brasiliano del Barcellona che secondo me tra poco tempo diventerà il più forte al mondo, superando anche Messi!
 

DICE DI LUI

Severino Capretti, direttore sportivo La Sabina
Simone Marcelli può diventare il bomber del futuro. Ha tutto per poter fare il salto di qualità: fisico, buona tecnica, colpo di testa, senso del gol. Deve maturare a livello agonistico, essere più spietato e più aggressivo negli ultimi sedici metri. E’ una punta che a me piace molto ma per fare il salto decisivo deve calarsi pienamente e mentalmente nel calcio dei grandi.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA