Rieti, l'estro di Pangallozzi
per la salvezza de La Sabina
"Avremmo meritato punti in più"

Giulio Pangallozzi
di Renato Leti
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 12:24
POGGIO MIRTETO – La sua forza è l’estro innato del fuoriclasse capace con una giocata di far vincere la propria squadra: un dribbling, un cross, un lancio in area al compagno meglio piazzato, una fuga inarrestabile, uno scatto in velocità surclassando l’avversario di turno. Uno di quei giocatori, insomma, nato per suscitare entusiasmo in chi lo vede muoversi sul campo di gioco ed un autentico animatore dello spogliatoio, sia nei momenti di euforia che in quelli susseguenti ad un risultato negativo. Uno di quelli che, parafrasando un detto ormai popolare, se non ci fosse… bisognerebbe inventarlo!

Giulio Pangallozzi, nato a Fiano Romano il 26 agosto 1994, è tornato quest’anno a La Sabina dopo i due campionati disputati col Crecas di Palombara.


L'INTERVISTA


Un “ritorno a casa” gradito?

Sicuramente! Avevo indossato la maglia giallonera nel periodo in cui l’allenatore era Pietro Mariani e sono tornato quest’anno, chiamato da Fabio Gentili che era stato anche il mio tecnico al Crecas.


Il suo ruolo in campo?

Essenzialmente mi considero un attaccante, esterno sinistro: ho giocato comunque un po’ in tutti i ruoli, da terzino e da centromediano.


A soli 22 anni può già vantare una carriera ricca di soddisfazioni?

Effettivamente mi sono tolte parecchie soddisfazioni: indimenticabile la partecipazione al Torneo di Viareggio e la Coppa Italia vinta con il Crecas.


Dove ha iniziato a giocare al calcio?

Ho cominciato a Fiano e successivamente ho disputato tutti i campionati giovanili (Esordienti, Giovanissimi, Allievi) con il Monterotondo Calcio dove ho conosciuto il tecnico Fabio Gentili che mi ha fatto esordire in prima squadra.


Un momento importante già a 16 anni?

Una gioia incredibile: la convocazione ed una gara disputata con la maglia della rappresentativa di serie D al Torneo Internazionale di Viareggio. Altrettanto importanti la finale playoff di serie D giocata a Bacoli (NA) ed i quattro gol realizzati nel mio primo anno in Eccellenza.


Quali sono state le tappe successive?

Dopo la prima esperienza a La Sabina, un anno al Montecelio in Eccellenza (anche quì quattro reti messe a segno), quindi il passaggio al Crecas in Promozione e la conquista della Coppa Italia e dell’Eccellenza. Nello stesso anno arrivammo secondi in campionato: complessivamente realizzai otto gol.


Com’è l’ambiente de La Sabina?

Per me questa è una seconda casa: siamo tutti amici e c’è un’atmosfera di grande amicizia e simpatia fra tutti i giocatori.


Qualcuno con cui si trova più in sintonia?

Vado d’accordo con tutti ma se dovessi proprio fare un nome… direi Tramontano.


Un suo parere sul campionato de La Sabina?

Positivo e soddisfacente, anche se per le qualità del gruppo meritavamo di stare in una posizione di classifica molto più alta.


Propositi per il futuro?

In questa società mi trovo benissimo e spero di restarci, anche se dovremo definire la situazione del cartellino con il Crecas.


Un grande campione a cui si ispira?

Sembra ombra di dubbio Ronaldo, quello “vero” dei tempi dell’Inter.


Un parere positivo su Pangallozzi viene espresso anche dal direttore generale Severino Capretti

E’ uno di quei giocatori che tutte le squadre vorrebbero avere. Può ricoprire ruoli diversi e si fa trovare pronto in qualsiasi situazione: sempre a disposizione, mai una polemica o un atteggiamento negativo. La sua simpatia rende piacevole tutto l’ambiente.
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