Rieti, Dabo è diventato un pilastro
per La Sabina: ecco la storia
del 19enne attaccante senegalese

Mouhamed Dabo al Valletonda di Poggio MIrteto
di Renato Leti
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 11:53
POGGIO MIRTETO – Visione di gioco, intelligenza tattica, potenza fisica, allenamento costante, grande voglia di emergere: sono le caratteristiche di Mouhamed Dabo, giovane attaccante de La Sabina che si è rivelato nel corso di questo campionato uno dei pilastri fondamentali della formazione guidata da Fabio Gentili. La storia personale di questo giocatore è particolare, anche se simile a quella di tanti ragazzi africani che approdano in Europa alla ricerca di una situazione di vita migliore ed in alcuni casi trovano proprio nel panorama del calcio dilettantistico un appiglio di salvezza non solo a livello sportivo ma soprattutto dal punto di vista sociale.

Nato a Zigiuncher (Senegal) l’8 febbraio 1997, Mouhamed Dabo è stato tesserato da La Sabina all’inizio del campionato in corso su segnalazione di un agente-procuratore ed ha disputato finora, eccetto un breve periodo d’infortunio, tutte le gare interne ed esterne dei gialloneri raccogliendo la stima e la simpatia del tecnico e di tutto lo staff dirigenziale della società mirtense. E’ il beniamino di tutti i compagni di squadra che apprezzano in modo particolare il suo comportamento, sia in campo che fuori.


L'INTERVISTA


Dove ha iniziato a giocare al calcio?

In Senegal ho iniziato nella squadra del mio quartiere, dapprima solo per divertirmi con i miei amici coetanei e successivamente con i compagni più grandi: il calcio era considerato essenzialmente un divertimento e solo col passar del tempo è venuta l’ispirazione e la voglia di voler passare ad una vera squadra e disputare un campionato di categoria superiore.


Com'è arrivato in Sabina?

Dopo un viaggio avventuroso (e pericoloso) intrapreso con altri amici, sono sbarcato in Spagna nel mese di aprile del 2015 e dopo qualche mese sono arrivato a Roma dove mi sono allenato per tre mesi con la Lupa Roma che allora disputava la serie D.


Quindi il passaggio a La Sabina?

Sì, tramite la segnalazione di un agente di mercato valutata positivamente dallo staff tecnico-dirigenziale di questa società dopo un provino e la disputa di alcune gare amichevoli estive.


Dove vive attualmente?

In uno degli alloggi messi appositamente a disposizione dei giocatori che provengono da fuori dalla società a Poggio Mirteto. Insieme a me ci sono Cozzolino e Davì con i quali mi trovo molto bene.


Le sue aspirazioni future?

Premetto che in questa società sportiva ed in questo paese mi trovo benissimo e conto di poter dare a lungo il mio contributo sul campo per poter raggiungere i nostri obiettivi; se poi in seguito capitasse qualche opportunità di miglioramento in squadre di livello superiore, valuterei sicuramente l’offerta per poter puntare ad una carriera personale non solo nei campionati dilettanti.


I suoi campioni preferiti?

Ammiro molto Hazard del Chelsea e Salah della Roma.


Dabo gode anche della grande stima del direttore generale Severino Capretti

“E’ un ragazzo eccezionale dotato di grande sprint tecnico, esemplare ed umile nel suo comportamento, da grande professionista. L’augurio che gli rivolgo è proprio quello di non cambiare mai il suo modo di agire e mantenere quella grande forza di carattere nata da un passato ambientale sicuramente difficile ma altrettanto formativo dal punto di vista umano e sociale. Speriamo di averlo a lungo a La Sabina, anche se poi saremmo noi stessi i primi a congratularci con lui se approdasse in qualche società professionistica dove poter mostrare tutte le sue doti e intraprendere una carriera di alto livello”.
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