Rieti, Matteo Dionisi, la "manita"
è servita: terzo campionato vinto
allo Scopigno, quinto in carriera:
«Da lassù una grossa mano...»

Matteo Dionisi con la figlia Selvaggia (Foto Ferroni)
di Marco Ferroni
2 Minuti di Lettura
Domenica 12 Maggio 2019, 18:39
RIETI - Dionisi, la "manita" è servita. Grazie 2-0 col quale l'Avellino ha regolato il Lanusei nello spareggio-promozione del girone G di serie D, il granitico difensore reatino ha inanellato il suo quinto campionato vinto, completando la "collezione" iniziata nel 2004/2005 col Rieti di Pirozzi, proseguita poi col Pordenone, il Padova, di nuovo la formazione amarantoceleste lo scorso 29 aprile e lo squillo odierno, in uno "Scopigno" che lo incorona per la terza volta.

«Dionisi? Lo abbiamo acquistato apposta a dicembre - afferma scherzosamente a fine gara il tecnico dell'Avellino Giovanni Bucaro - Scherzi a parte, Matteo è un uomo ancor prima che calciatore, una persona squisita che ha portato qualità e carattere all'intero ambiente, aiutandoci in modo sostanziale nella rimonta inscenata nella seconda parte di stagione».

Ad aspettarlo, in mixed zone, c'era tutta la sua famiglia: dal papà Dino, alla compagna Claudia e la piccola Selvaggia, ma anche i suoceri, le cognate e tutti quei reatini che non hanno voluto mancare all'appuntamento, consapeovoli del fatto che quando si tratta di Dionisi, il successo è garantito o, per lo meno, l'impegno non manca mai.

«E' bello vincere di nuovo qui, a casa mia, dove già l'anno scorso ho gioito - racconta con gli occhi che gli brillano dalla gioia - Poi con un pubblico così era impossibile non portarla a casa e debbo dire che come si sono sentiti qui non si sentivano al Partenio, perché lì è un po' più dispersivo».

Un altro campionato vinto, nel giorno in cui in casa Dionisi torna il sorriso anche sul fronte Frosinone, grazie al gol ritrovato di Federico: l'1-3 rimediato dall'Udinese non cancella l'onta della retrocessione, ma per lo meno allevia le sofferenze di un calciatore che dopo il grave infortunio estivo, aveva visto il campo col contagocce.

«Son contento per Fede - confessa Matteo - perché per un attaccante i gol sono essenziali per non andare giù di testa e per alimentare l'autostima. Oggi era scritto nelle stelle che doveva andare così: io in C, lui in gol, sicuramente da lassù qualcuno ci ha messo una grossa mano, ne sono sicuro...».

La "grossa mano" a cui fa riferimento Matteo Dionisi è quella di mamma Nadia, scomparsa prematuramente lo scorso anno e che proprio oggi, nel giorno in cui si celebrano e si festeggiano tutte le mamme del mondo, ha voluto mandare un segnale ai suoi due campioni!
© RIPRODUZIONE RISERVATA