Secondo una ricerca di Right and resources initiatives 10 dei 22 milioni di ettari di foreste camerunesi sono già state assegnate dal governo per lo sfruttamento minerario o agricolo. La notizia è stata ripresa dal Sir, l'agenzia dei vescovi italiana. Più di 1 milione di ettari sono stati destinati a monocolture, anche per la crescente richiesta di olio di palma nelle società occidentali, un prodotto che viene utilizzato nella industria dolciaria e alimentare.
Una delle vicende più gravi riguarda un enorme progetto dalla società Sgsoc (Sithe global sustainable oil Cameroon), inizialmente di proprietà della multinazionale statunitense Herakles Farms. Questo provocherebbe l’abbattimento di immensi lotti di foresta pluviale, mettendo a rischio l’habitat naturale di molte specie animali – tra cui elefanti, scimpanzé, babbuini e altre scimmie rare – ma soprattutto creando tensioni nelle comunità locali, migliaia di contadini che da secoli vivevano in armonia con la terra. Gli ecologisti hanno già avviato una campagna internazionale a sostegno della lotta dei contadini che vivono nei villaggi locali. Secondo Greenpeace fermare il progetto potrebbe essere “un primo passo per riportare giustizia tra queste comunità”.
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