Il cardinale Vegliò si dice convinto che si debba però fare una distinzione tra coloro che arrivano perché scappano da guerre, e coloro che scappano dalla povertà. «Non si può neanche accogliere tutti indistintamente. Bisogna dare una certa attenzione al migrante sociale, ma il rifugiato è una cosa più seria. La soluzione ideale è che i paesi poveri siano meno poveri. L'Europa dovrebbe aiutare i paesi in loco per impedire ai ragazzi di lasciare i loro paesi con tristezza. Per quelli in guerra, invece, bisognerebbe smettere di vendere le armi. Questa è la soluzione ideale, ma l'ideale purtroppo non esiste».
Naturalmente il cardinale si rende conto che il fenomeno continuerà, che ci sono centinaia di migliaia di persone ammassate in Libia e che “noi non possiamo accogliere tutti, anche se poi l’Europa conta oltre 550 milioni di abitanti e si allarma se arrivano meno di un milione di profughi e si parla di invasione”. Sbagliato però alzare muri.
Il capitolo Islam è, in prospettiva, il più preoccupante, perché riguarda anche il problema dell’integrazione. “Con l' Islam sono in corso colloqui su quello che è il progresso umano, lo sviluppo, ma con l' islam un discorso teologico è difficile da fare. Loro non si sono adattati al mondo che cammina, sono rimasti al Corano, fisso nel tempo in cui è stato scritto. Io mi auguro che l' Islam che viene in Europa sia migliore dell' Islam peggiore che conosciamo”.
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