Vatileaks2, sentenza esecutiva: arrestato in Vaticano monsignor Vallejo Balda

Vatileaks2, sentenza esecutiva: arrestato in Vaticano monsignor Vallejo Balda
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Lunedì 29 Agosto 2016, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 23:17
La sentenza pronunciata il 7 luglio scorso dal Tribunale vaticano al termine del processo 'Vatileaks 2' per la fuga delle carte segrete della Santa Sede è diventata esecutiva. Lunedì scorso, 22 agosto, trascorsi i 45 giorni previsti perché la condanna passasse in giudicato, l'imputato spagnolo monsignor Lucio Vallejo Balda, condannato nel processo a 18 mesi di reclusione, è stato quindi arrestato, ed è ora detenuto in Vaticano nella cella della caserma della Gendarmeria. Lo ha riferito la Sala stampa vaticana, interpellata sull'argomento. Il 7 luglio scorso, al termine di un processo durato 21 udienze nell'arco di sette mesi e mezzo, il Tribunale vaticano aveva condannato, rispettivamente a diciotto e dieci mesi di reclusione - i due presunti «corvi», mons.

Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, entrambi ex componenti della Commissione Cosea sulle finanze vaticane. Per la Chaouqui, anch'essa arrestata il 31 ottobre scorso e subito liberata, che durante il processo è diventata mamma, partecipando poi alle ultime udienze portandosi dietro il figlio neonato, la pena è stata sospesa per cinque anni. Assolto con formula piena, invece, il loro ex collaboratore nella Cosea Nicola Maio. Prosciolti infine per «difetto di giurisdizione» del Tribunale d'Oltretevere - dichiaratosi non competente a giudicare fatti avvenuti fuori dal territorio vaticano - i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori dei bestseller 'Via Crucis' e 'Avarizià, che secondo le accuse avrebbero avuto i documenti riservati. Nessuno degli imputati ha proposto appello contro la sentenza. Così ha fatto anche l'Ufficio del promotore di giustizia. Trascorsi 45 giorni, quindi, la sentenza è passata in giudicato, diventando esecutiva. Mons. Vallejo, già segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, arrestato il primo novembre dello scorso anno nell'ambito dell'inchiesta e negli ultimi tempi in stato di semilibertà in Vaticano, è stato allora nuovamente arrestato ai fini della pena residua ancora da scontare.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate più avanti.
Il processo - il secondo in Vaticano per la diffusione di documenti riservati, dopo quello che coinvolse il maggiordomo papale Paolo Gabriele, ma il primo in assoluto che vedeva come imputati dei cronisti - ha avuto un'eco mondiale, anche per il rischio che nello Stato del Papa si attaccasse in qualche modo il diritto-dovere dell'informazione. Il Tribunale presieduto da Giuseppe Dalla Torre, nella sua sentenza pronunciata «in nome di Sua Santità papa Francesco», ha rilevato però espressamente «la sussistenza, radicata e garantita dal diritto divino, della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà di stampa nell'ordinamento giuridico vaticano». In carcere in Vaticano, a pagare per la diffusione dei documenti sulle attività finanziarie d'Oltretevere, finiti sulla stampa e nei libri, resta ora il prelato spagnolo 55/enne, arrivato in Vaticano nel 2011 con aspettative di rapida carriera. In parte la sua pena è comunque già scontata. Nei mesi del processo, per mons. Vallejo si era parlato di un possibile trasferimento nel convento spagnolo di Montserrat.
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