Vatileaks 2, Chaouqui e la rete dei ricatti: «Associazione a delinquere»

Vatileaks 2, Chaouqui e la rete dei ricatti: «Associazione a delinquere»
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 2 Dicembre 2015, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 12:53

ROMA Associazione per delinquere finalizzata alla concussione per induzione: l'orizzonte di Francesca Immacolata Chaouqui e del marito Corrado Lanino si fa sempre più scuro. Perché ora la procura della Capitale ha deciso di modificare il reato e di aggravare le contestazioni nei loro confronti. La ragione si trova negli atti che riguardano il crac della diocesi gestita da monsignor Paglia. Migliaia di intercettazioni e messaggi whattsapp. Fiumi di parole, dai quali emergono con chiarezza intrighi, tentativi di ricatti, scambi di favori, che la lobbista italo-marocchina e il suo consorte, esperto di informatica, avrebbero organizzato per tentare di creare una sorta di “spectre” pronta a fornire informazioni e dati a chi ne facesse richiesta, o potesse comunque tornare utile al loro disegno.

GLI ISCRITTI
La coppia, poi, non agiva da sola, perché i pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano, ritengono che un ruolo nell'associazione fosse rivestito anche dal giornalista Mario Benotti, funzionario di Palazzo Chigi che si è dimesso non appena è scoppiato lo scandalo. E da altri indagati che potrebbero aver aiutato i due a effettuare intrusioni sui pc o a raccogliere notizie riservate: tutti quanti iscritti per il reato più grave. Nella rete è finito anche Paolo Berlusconi al quale viene contestata la concussione per induzione per non aver denunciato il presunto tentativo di ricatto che Chaouqui avrebbe esercitato nei suoi confronti.

In sostanza la donna lo avrebbe minacciato di rendere esecutive delle rogatorie avanzate dalla procura di Milano nei confronti del fratello Silvio, su alcuni conti che l'ex premier avrebbe avuto allo Ior, la banca vaticana. A meno che Berlusconi-editore non avesse fatto in modo di mandare via da Il Giornale il vaticanista Fabio Marchese Ragona che criticava la presenza della pierre calabrese alla Cosea, la Commissione della Santa Sede per gli affari economici.

Il primo a smentire qualsiasi collegamento tra Chaouqui e i Berlusconi è stato, ieri mattina, l'avvocato Niccolò Ghedini. «Il presidente non ha mai avuto alcun contatto con la signora - ha dichiarato - né ha mai avuto indicazione alcuna da parte di chicchessia di richieste dalla stessa formulate. Tra l'altro, mancava qualsiasi possibilità di avanzare pretese non essendovi alcun collegamento possibile fra il presidente Berlusconi e gli affari vaticani o la Banca Vaticana».

Subito dopo si è affrettato a replicare anche Paolo Berlusconi: «Mai la signora Chaouqui ha neppur lontanamente parlato con me di asserite rogatorie relative a mio fratello Silvio su presunti conti presso la banca Vaticana, conti ovviamente inesistenti. Ancora una volta - ha concluso - il nostro nome è tirato in ballo senza alcun fondamento su vicende che non mi riguardano e pertanto ho già dato incarico ai miei legali di verificare se sussistano le condizioni per perseguire gli autori di tale diffamazione».

I magistrati di piazzale Clodio escludono una convocazione imminente di Paolo Berlusconi, mentre, attraverso il suo avvocato Giulia Bongiorno, Choauqui ha chiesto di essere interrogata. E ieri sul suo profilo Facebook ha scritto: «Di positivo c'è che finalmente ho compreso cosa è successo a Terni. Sono veramente tranquilla. Le conversazioni di cui si parla sono quelle fra me e Mario Benotti. È settembre 2013 quando racconto a Benotti di aver parlato con Paolo B, con cui ho un rapporto cordialissimo e non certo nei termini del ricatto o delle pressioni».

L'EX PRESIDENTE IOR
Benotti e Chaouqui, un altro rapporto sul quale i pm stanno cercando di fare chiarezza, e intorno al quale sembra si siano diffusi i veleni in Vaticano. Negli atti dell'inchiesta, i due si sentono di continuo. Ma la lobbista si scambia tantissime telefonate con l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Il banchiere sta vivendo un momento difficile all'interno dell'istituto di credito vaticano, e si rivolge alla donna per chiederle di fargli incontrare monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, segretario della prefettura degli affari economici che è ora sotto processo con Chaouqui per Vatileaks 2.

Le chiede di mediare, visto che il suo progetto è quello di fare chiarezza all'interno dello Ior. Gotti Tedeschi lamenta di essere sotto pressione da quando ha chiesto di conoscere i conti correnti dei clienti laici, e il suo nemico principale sarebbe il cardinale Tarcisio Bertone. Si oppone alla richiesta proprio Mario Benotti, che è considerato dal gruppo vicino all'ex segretario di Stato. E il banchiere viene defenestrato. Di tutte queste accuse Chaouqui non vuole sentirne parlare, e ieri sera in una intervista rilasciata a Ballarò si è detta estranea ai ricatti. «Sono una persona credente e ho agito per il bene del Papa». La sua presenza sulla tivù pubblica ha però scatenato parecchie polemiche politiche.

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