Più di 100 persone restano in carcere per ragioni ideologiche anche se a novembre, in segno di buona volontà, Maduro ha provveduto alla liberazione di cinque prigionieri politici, tra cui il leader del partito Unità Democratica Carlos Melo. Nel frattempo non si sono placate le proteste e anche gli scontri tra il governo e coloro che non sono più disposti a sopportare la dittatura messa in crisi dalle elezioni del dicembre 2015; elezioni che hanno ribaltato la situazione politica del Paese sudamericano assestando uno schiaffo al partito chavista di Maduro e la maggioranza assoluta al MUD, il partito di opposizione il cui leader Lopez è tuttora in carcere.
Nella crisi venezuelana è fortemente impegnato il Vaticano e gli incontri tra governo e opposizione sono stati mediati da un inviato di Papa Francesco e da una delegazione internazionale, di cui fa parte anche l'ex premier spagnolo Zapatero. Maduro è stato anche ricevuto a Roma dal Pontefice. Il tavolo di dialogo aperto tra il Governo e la Mesa de unidad democratica, con la facilitazione del Vaticano, al momento è ad un punto di stallo. Il primo punto in agenda è la possibilità di aprire canali umanitari, finora sempre negati dal Governo, per far giungere nel Venezuela in piena crisi economica ed umanitaria aiuti dalle organizzazioni internazionali. Pochi passi in avanti si registrano invece sulle principali controversie politiche, a partire dal referendum revocatorio chiesto dall’opposizione (che è però maggioranza in Parlamento) a proposito del Presidente Maduro.
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