La riforma di Riad passa dal Vaticano, nuovo incontro tra il Papa e un emissario saudita

La riforma di Riad passa dal Vaticano, nuovo incontro tra il Papa e un emissario saudita
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 16:52
La politica intrapresa dall'Arabia Saudita di apparire un Paese moderato e sulla via delle riforme passa (anche) dal Vaticano. Stamattina il Papa ha dato il benvenuto, in una saletta dell'Aula Paolo VI, prima dell'udienza del mercoledì, ad un alto dignitario del regno dei Saud, Abdullah bin Fahad Allaidan, consigliere del ministro degli Affari Islamici della Convocazione e della Guida. Da questo breve incontro più simbolicoche di sostanza non è emerso nessun altro particolare. Tuttavia in Vaticano spiegano che l'Arabia Saudita sta cercando di aprirsi e queste visite rappresentano segnali incoraggianti da leggere come la volontà riformatrice di un regime teocratico dove è in vigore la sharia e dove restano conculcati i diritti elementari delle minoranze, compresa quella cristiana, composta soprattutto da immigrati filippini dove lavorano nelle strutture e nelle case dei dignitari sauditi.

Di statistiche ufficiali non ce ne sono anche se si parla di quasi un milione di cristiani ai quali è impedito celebrare messa, esporre croci, detenere bibbie, pena il carcere e l'espulsione dal Paese. Tuttavia qualche minimo segnale si registra. Due settimane fa, per esempio, il cardinale maronita Bechara Rai si è recato in missione a Riad per parlare con il presidente Hariri, durante i giorni in cui si vociferava che il presidente libanese fosse in una specie di detenzione. In quei giorni la tv libanese ha mostrato che nell'incontro pubblico tra Hariri e Rai, il patriarca indossava senza problemi le sue insegne cardinalizie, compresa la grande croce d'oro che risaltava sul nero dell'abito talare. Anche il vescovo Boulos Matar che faceva parte della delegazione libanese ha potuto indossare la sua croce durante la conferenza stampa successiva. Il principe designato Mohammed Bin Salman continua a ripetere che è sua intenzione modernizzare lo stato islamico e allargare le maglie della società saudita offrendo pian piano all'esterno una moderna visione dell'Islam.

Per ora ancora poco si è visto, tuttavia il patriarca Rai, primo leader cristiano a compiere un viaggio nel regno saudita – si è detto fiducioso, descrivendo l'atmosfera di quei giorni in modo positivo. «C'è un buon clima e cerchiamo di mantenerlo» aveva detto alla Radio Vaticana. Subito dopo l'incontro a Riad era rientrato in Vaticano per una udienza con Papa Bergoglio e per raccontargli i dettagli della sua missione.

a visita di oggi del dignitario saudita fa seguito ad una udienza analoga avvenuta a settembre tra il Papa e Muhammad bin Abdul Karim Al-Issa, per diversi anni ministro della giustizia a Riad e attualmente segretario generale del MWL, la lega musulmana mondiale, un organismo fondato alla Mecca nel 1962 per la propaganda degli insegnamenti islamici. Pur promuovendo il dialogo questo organismo è stato più volte al centro di polemiche e di investigazioni per i suoi legami con Al Qaeda e altri gruppi terroristici. Subito dopo l'11 settembre Newsweek pubblicò una inchiesta che fece scalpore perchè evidenziò i legami di questa global charities finanziata dal governo saudita ed utilizzata anche da Osama Bin Laden per sostenere alcune sue operazioni.

Il sentiero che sta percorrendo Francesco è stato aperto da Papa Ratzinger dopo la famosa lectio di Ratisbona. Il 6 novembre del 2007 il primo sovrano saudita varcava la soglia del Palazzo Apostolico.  Un incontro storico, era la prima visita di un re dell'Arabia Saudita al Papa. I colloqui si svolsero in un clima di cordialità e permisero di toccare l’impegno in favore del dialogo interculturale ed interreligioso, finalizzato alla pacifica convivenza tra uomini e popoli, e il valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione della pace, della giustizia e dei valori spirituali e morali, specialmente a sostegno della famiglia. Non mancò infine uno scambio di idee sul Medio Oriente.
 
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