Pedofilia, in Vaticano i funerali del nunzio punito per aver denunciato il diabolico caso Maciel

Pedofilia, in Vaticano i funerali del nunzio punito per aver denunciato il diabolico caso Maciel
di Franca Giansoldati
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Martedì 3 Gennaio 2017, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 13:45
Città del Vaticano - Senza troppa enfasi, ieri mattina, nella cappella del Governatorato, all'interno del Vaticano, è stato celebrato il funerale ad un nunzio apostolico spagnolo messo da parte per avere avuto il coraggio di denunciare a Papa Wojtyla i crimini di padre Maciel Marcial Degollado, il diabolico fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo seriale, tossicomane, doppiogiochista, bugiardo e corruttore. Una figura oscura e potentissima, amica di Giovanni Paolo II e del cardinale Dziwisz che, proprio per questo, riuscì a garantirsi per decenni l'impunità e il silenzio. Riuscì a coprire persino una doppia identità, con fiumi di denaro elargiti ovunque, persino alle gerarchie ecclesiastiche dell'epoca.

Fu l'allora nunzio apostolico in Messico, monsignor Justo Mullor Garcia, a mettere nero su bianco le accuse, e riferire all'allora segretario di stato, Sodano cosa stava accadendo dietro le quinte di uno dei più potenti ordini religiosi presenti in America Latina, fondato da padre Maciel a Città del Messico.

Quella lettera non portò troppa fortuna a Mullor Garcia visto che, nel giro di poco tempo, fu sollevato dall'incarico e di fatto accantonato. Una decisione dell'allora segretario di Stato, Angelo Sodano, uno dei tanti cardinali sui quali padre Maciel poteva contare. Mullor Garcia ne soffrì parecchio. Solo con l'elezione di Benedetto XVI, qualche anno dopo, le accuse contro il fondatore dei Legionari di Cristo, per i diversi crimini commessi, vennero finelmente prese in considerazione e da quel momento fu aperta una istruttoria che portò, nel 2006, alla punizione di padre Maciel, ormai ottantenne e malato di cancro al pancreas. Ma persino in quella circostanza vi furono scontri tra la linea di massima fermezza di Papa Ratzinger e quella più garantista del segretario di Stato, Sodano. Alla fine la punizione per Maciel fu mite rispetto ai crimini commessi, non fu nemmeno ridotto allo stato laicale ma solo obbligato a vivere il resto della sua vita in disparte. Maciel morì due anni più tardi, in una clinica in Florida, accudito dalla sua seconda compagna clandestina e dalla figlia avuta da questa unione. Maciel ebbe anche due figli avuti da una prima unione, anch'essa segreta, a loro volta abusati, un destino che li accomunava a tanti altri seminaristi.

Justo Mullor García dopo essersi battuto per fare conoscere al mondo le malefatte di Maciel, si ritirò in disparte. Da anni viveva in un modestissimo appartamento del vaticano. E' scomparso venerdì scorso, 30 dicembre. A presiedere il rito nella cappella del Governatorato, è stato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.

Con lui hanno concelebrato i cardinali James Francis Stafford, Santos Abril y Castelló, Giuseppe Bertello e Beniamino Stella. Il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Sodano, invece, non era presente alla cerimonia funebre. 
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