"Lo sviluppo sostenibile sta diventando uno slogan debordante. Per anni è stato solo sinonimo di sviluppo ambientalmente positivo e che non danneggia il creato ma, grazie all’attuale pontefice, sostenibile oggi è anche tutto ciò che si occupa delle fasce più povere della popolazione" ha introdotto Amato. Ne parleranno il premio Nobel per l’economia Angus Deaton, e gli economisti Jean-Paul Fitoussi e Dominique Yvan der Mensbrugghe. Naturalmente a tutti è chiaro che la "crescita spaventosa delle diseguaglianze (visto che pochi hanno aumentato i redditi dei loro patrimoni e in tanti sono andati indietro e ancora di più sono stati quelli che già erano indietro e oggi lo sono ancora di più)” impone una correzione di rotta delle politiche, ha spiegato Amato, aggiungendo che “la grande fuga dalla povertà c’è stata, ma non per tutti". Un modo per sottolineare che la "prevalente finanziarizzazione dell’economia mondiale" che sta creando più di un problema a livello internazionale. "Attualmente - ha aggiunto il cardinale Gianfranco Ravasi - viviamo in una sorta di bulimia degli strumenti economici ma di anoressia dei fini. Tutti sostengono che l’economia non è finanza ma con poche conseguenze pratiche. Dobbiamo sempre ricordare che in questa grande città che è il mondo non ci sono solo i quartieri ricchi..."
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