Pedofilia, il Papa fa arrestare un arcivescovo pedofilo in Vaticano

Pedofilia, il Papa fa arrestare un arcivescovo pedofilo in Vaticano
di Andrea Andrei
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Martedì 23 Settembre 2014, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 01:55

Jozef Wesolowski, arcivescovo polacco, stato arrestato oggi in Vaticano con l'accusa di pedofilia, e rinchiuso nelle celle pontificie. Lo ha reso noto il tg di La7.

Gli abusi sarebbero avvenuti a Santo Domingo, dove il prelato avrebbe adescato dei bambini in spiaggia e poi avrebbe abusato di loro in cambio di denaro. Un diacono, suo ex collaboratore, avrebbe riferito di avergli procurato giovani per rapporti sessuali.

Il 66enne ex nunzio a Santo Domingo aveva già ricevuto una condanna canonica di primo grado per abusi sessuali su minori che lo ridusse allo stato clericale. Wesolowski aveva così perso l'immunità diplomatica, restando quindi esposto a eventuali processi penali. Lo scorso agosto l'arcivescovo aveva chiesto appello.

Wesolowski sarebbe stato arrestato dalla gendarmeria vaticana su ordine del promotore di giusitizia intorno alle 17. L'arresto sarebbe stato realizzato secondo le indicazioni di Papa Francesco.

Ora l'ex nunzio Jozef Wesolowski è ai domiciliari nei locali del Collegio dei Penitenzieri, nel Palazzo del tribunale vaticano, all'interno delle mura leonine.

Anche altri quattro testimoni hanno puntato il dito contro il monsignore finito indagato oltre che Santo Domingo anche in Polonia dove in base ad accordi internazionali Varsavia persegue anche per reati commessi all'estero i suoi cittadini.

Wesolowsky era stato richiamato in Italia nell'estate di un anno fa, dopo che l'arcivescovo di Santo Domingo aveva informato della cosa Papa Bergoglio. Nel frattempo la procura distrettuale di Varsavia chiedeva informazioni sul suo status legale. Dal Vaticano nel gennaio di quest'anno era giunta la risposta: gode di immunità diplomatica ed in ogni caso essendo cittadino vaticano non è estradabile perchè tra Santa Sede e Polonia non ci sono accordi in tal senso.

Il 26 giugno la congregazione per la dottrina della fede avava processato il 66enne ai fini della giurisdizione canonica decretandone la restituzione allo stato laicale sentenza verso la quale era stato promosso appello. Il giudizio è atteso nelle prossime settimane. Così l'alto rpelato polacco, privo dell'immunità diplomatica era tornato a Roma stando in un convento.

Nel frattempo, autorizzata dal Pontefice, era partita anche l'indagine penale dell'autorità Vaticana. Qualche giorno fa i gendarmi vaticani hanno informato il promotore di giustizia che era in Italia e stamattina è stato convocato negli uffici del tribunale vaticano dove è giunto verso le 15: quindi la notifica, le formalità di rito e l'ingresso nella cella.

L'inchiesta era partita dalla Repubblica Dominicana.

Il caso Wesolowski era stato al centro anche delle dure critiche del Comitato Onu contro la tortura nei confronti della Senta Sede. In più occasioni il Comitato di Ginevra aveva chiesto al Vaticano di garantire indagini immediate e imparziali sulla condotta del Nunzio a Santo Domingo. L'ultima richiesta dell'Onu risale a maggio scorso.

Padre Lombardi: «Arrestato per volontà del Papa». All'ex nunzio Mons. Wesolowski sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a «suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana». Lo ha detto padre Federico Lombardi.

«L'iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinchè un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede»

L'arrestato/ Diplomatico fatto prete da Wojtyla. Nato in Polonia, a Nowy Targ, sessantasei anni fa, Jozef Wesolowski - il più alto in 'gradò mai indagato in Vaticano per abusi sessuali - era stato ordinato sacerdote nel 1972 dall'allora arcivescovo di Cracovia, il cardinale Karol Wojtyla.

Molto presto entra nel servizio diplomatico della Santa Sede. I primi ruoli sono in diversi Paesi tra Africa, America Latina, Asia e Europa. Diventa vescovo nel 2000 e a consacrarlo nella Basilica di San Pietro, il giorno dell'Epifania, è ancora una volta Wojtyla, all'epoca Papa Giovanni Paolo II. Le sue doti di diplomatico, e forse anche la familiarità con il Papa polacco, lo portano a ricoprire l'incarico di Nunzio in vari Stati.

Prima in Bolivia poi in alcuni Paesi dell'Asia centrale (Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan). Fino al 2008 quando arriva nella Repubblica dominicana. È a Santo Domingo che cominciano i suoi guai giudiziari. Accusato di adescare minori sulle spiagge dell'isola caraibica, era sotto osservazione da parte della magistratura dominicana. Ma quando l'inchiesta viene formalmente avviata, nel settembre del 2013, Wesolowski è già in Vaticano.

Era stato richiamato ad agosto per volere di Papa Francesco, dopo le gravi notizie che erano trapelate sul suo conto. Le accuse del Paese latinoamericano risultano presto fondate e parte il processo canonico. Prima tappa è la riduzione, a giugno di quest'anno, allo stato laicale. La Santa Sede vuole andare fino in fondo ma l'ex monsignore ha diritto di fare appello. La gravità dei fatti che gli vengono addebitati spinge il Vaticano ad accelerare le procedure per far sì che non resti a piede libero. Notizia di oggi l'arresto.