Turchia, missionari denunciano assalti alla chiesa di don Santoro mentre erano in corso le manifestazioni dopo il golpe

Turchia, missionari denunciano assalti alla chiesa di don Santoro mentre erano in corso le manifestazioni dopo il golpe
di franca giansoldati
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Lunedì 18 Luglio 2016, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 20:55
CITTA' DEL VATICANO - Vetri in frantumi, la porta di una chiesa cattolica forzata mentre fuori la folla manifestava pro-Erdogan, la sera del golpe in Turchia. Episodi slegati che hanno però finito per alimentare un clima di sospetti, materializzando antichi fantasmi e mettere in allarme la comunità cattolica di Trebisonda, la cittadina sul Mar Nero che dieci anni fa fu teatro del martirio di don Andrea Santoro, il parroco romano sgozzato da un fanatico al grido di Allah è grande.

In questa atmosfera arroventata è stata colpita - oltre la chiesa di Santa Maria a Trebisonda -  anche la chiesa protestante di Malatya, dove nel 2007 vennero sgozzati tre cristiani evangelici. “Si tratta di danni lievi alle strutture ma il segnale intimidatorio è evidente” commentano i missionari. A dare notizia di questi fatti è il mensile dei missionari, Mondo e Missione che ha raccolto la voce preoccupata di Sat7Turk, il canale turco di Sat7, un network che rappresenta la voce più significativa dei cristiani in tutto il Medio Oriente.

I due episodi risalgono a sabato sera e sono avvenuti durante le manifestazioni a sostegno di Erdogan. A Malatya sono state scagliate pietre contro le finestre mandandole in fratumi. A Trebisonda – invece – dove le manifestazioni in favore dell’Akp sono state particolarmente imponenti, una decina di persone si sarebbero dirette verso la chiesa che fu di don Santoro cercando di forzarne l’ingresso. Non sarebbero però riuscite ad entrare grazie ad alcuni vicini (musulmani) che avrebbero lanciato l’allarme. La speranza è che “in questo scenario preoccupante qualcuno in Turchia possa sentirsi nuovamente legittimato a mettere nel mirino i cristiani. O almeno a far loro avvertire che sono comunque nel mirino”.
 
 
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