Embrioni scambiati, Scola: non subire «le strabilianti» scoperte della «tecnoscienza»

Angelo Scola
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Domenica 20 Aprile 2014, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 19:23
Il dono dei figli frutto dell'amore tra l'uomo e la donna e riconoscere le strabilianti scoperte della tecnoscienza non significa subirne tutti i risultati. Queste le parole pasquali dell'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, proprio nei giorni in cui si è aperto il dibattito dopo lo scambio di embrioni all'ospedale Pertini di Roma fra due coppie che si erano sottoposte alla procedura di fecondazione assistita.



La scienza e la fede Riconoscere le scoperte della scienza non significa - lasciarsi dominare «da una sorta di imperativo tecnologico: siccome si può fare, si deve fare», ha sottolineato il prelato. «La Chiesa - ha ricordato Scola nell'omelia della messa di Pasqua nel Duomo di Milano - afferma il bene universale della vita «dal suo concepimento fino al suo termine naturale e invita a riconoscere il dono del figlio come frutto dell'unione d'amore tra l'uomo e la donna in cui spirito e corpo di entrambi siano coinvolti». «I cristiani - ha proseguito il cardinale in un altro passaggio del suo intervento - propongono con rispetto, ma con decisione, come un insostituibile pilastro di vita buona questa visione integrale della esistenza anche nelle nostre società plurali. La vita nel Risorto sparge nel terreno delle relazioni un seme di gratuità che le farà fiorire e dare frutti in favore di tutti». «A Pasqua la vita trionfa. Risorgeremo e risorgeremo nel nostro vero corpo. Nasciamo quindi per non morire più», ha aggiunto Scola.
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