Putin dal Papa, il faccia a faccia che preoccupa Obama

Putin dal Papa, il faccia a faccia che preoccupa Obama
di Franca Giansoldati
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Martedì 9 Giugno 2015, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 12:05
Città del Vaticano Il Vaticano di Papa Francesco si sta trasformando in un grande crocevia diplomatico, uno snodo internazionale di notevole importanza, grazie al quale si stanno ridisegnando i contorni di intere aree geografiche. Il blocco tra Cuba e Usa, per esempio, la disputa tra Cile e Bolivia, la questione interna del Venezuela, i rapporti con l’Iran per il nucleare, la causa palestinese. L’ultimo leader che ha chiesto (e ottenuto) una udienza con Bergoglio è Vladimir Putin, il quale pur di incontrare a tu per tu il pontefice e avere con lui uno scambio di vedute sulla politica estera, ha modificato la propria agenda. Cosa piuttosto rara per lo Zar, abituato ai capricci e ai ritardi (persino la Regina Elisabetta ne ha fatto le spese). Domani pomeriggio, al di là del Tevere, ci sarà un incontro sul quale sono puntati i riflettori degli Stati Uniti, dell’Europa, e della Chiesa ucraina poiché di fatto Putin viene tolto dall’isolamento determinato per l’invasione delle truppe russe in Crimea.

CRISTIANI

Le sanzioni internazionali non hanno impedito a Bergoglio di inserire l’appuntamento in agenda, ma del resto tra il Papa e lo Zar non mancano i punti in comune, come la medesima preoccupazione per le sorti delle comunità cristiane in Medio Oriente. Putin già nella scorsa udienza, l’anno scorso, aveva offerto la propria disponibilità a difendere i cristiani dalle persecuzioni, consapevole che la loro presenza nei vari paesi mediorientali rappresenta un valore per gli equilibri complessivi della regione. L’agenzia russa Interfax ha sottolineato che il tema centrale dell’incontro sarà concentrato, appunto, sulla protezione in Medio Oriente dei cristiani. Naturalmente non mancheranno le distanze.



UCRAINA

Lo stallo in Ucraina che si sta trasformando in una guerra civile, rappresenta una spina nel fianco molto dolorosa per Papa Francesco. Putin ha però apprezzato il modo prudente con cui il Vaticano finora ha parlato pubblicamente delle violenze. Talmente misurato da avere sollevato l’immediata reazione dell’episcopato greco cattolico di Kiev che, invece, si aspettava una condanna netta e senza appello. Ma per Francesco tenersi una porta aperta e provare a dialogare è meglio di una chiusura netta. Per quella c’è sempre tempo.



CUBA

Un altro tema di interesse è costituito dal futuro di Cuba. Raoul Castro ricevuto da Bergoglio due settimane fa, era reduce da una visita a Mosca. Le sfere di influenza si stanno ridisegnando, e Cuba resta sempre un tassello importante per la Russia. La Russia recentemente ha cancellato il 90 per cento del debito cubano, stimato in 32 miliardi di dollari, firmando una serie di trattati commerciali ed energetici. La Russia, inoltre, ha negoziato la riapertura di una base sull’isola caraibica. Un progetto che non fa dormire sonni tranquilli a Washington, perché da quella base teoricamente si potrebbero espandere le capacità dei russi di intercettare le comunicazioni americane. A fare da cornice all’incontro di domani non mancano le relazioni altalenanti con la Chiesa ortodossa. In questo caso il problema principale nei rapporti tra Roma e il Patriarcato moscovita passa dall’Ucraina, per via della Chiesa Greco cattolica, i cosiddetti uniati. Una questione spinosa e ingarbugliata che va avanti insoluta da secoli ma che contribuisce a complicare i rapporti tra ortodossi e cattolici.
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