Preti pedofili, il mea culpa del cardinale in videoconferenza: «La chiesa ha commesso errori enormi»

Preti pedofili, il mea culpa del cardinale in videoconferenza: «La chiesa ha commesso errori enormi»
di Franca Giansoldati
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Martedì 1 Marzo 2016, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 17:30


CITTÀ DEL VATICANO La scena era surreale. «Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità». Volto accigliato, spalle incurvate, il cardinale Pell sventolava la Bibbia in aria. Altro che «Spotlight», il film-denuncia di come la Chiesa ha insabbiato per anni la pedofilia, spostando i preti orchi da una parrocchia ad un'altra. Con l'arrivo di Ratzinger benché sia entrata in vigore la tolleranza zero, restano da stanare coloro che in passato hanno taciuto. George Pell, il più potente cardinale di curia, un australiano che gestisce i cordoni della borsa e fa tremare i dipendenti della Santa Sede per le sforbiciate al bilancio, la notte tra domenica e lunedì, dalle ore 22 alle 3 del mattino (per via del fuso con l'Australia), è stato costretto a deporre in video-conferenza con la Royal Commission, l'organismo istituito alcuni anni fa per fare luce sulle responsabilità della Chiesa davanti di una sequela di abusi su minori. Purtroppo i pedofili seriali venivano spostati da una parrocchia all'altra senza essere denunciati alla polizia, per non creare scandali e non intaccare l'immagine della Chiesa. Una brutta storia che coinvolge decine di sacerdoti, centinaia di denunce, decine di vittime devastate psicologicamente, compreso casi di adolescenti suicidi perché incapaci di fare fronte alla vergogna, al senso di colpa, alla incapacità di reagire. Nel faccia-faccia con i magistrati australiani Pell ha ammesso che l'istituzione nel suo complesso non ha funzionato, che era più predisposta a difendere se stessa che non le vittime e, di conseguenza, orientata a «non ritenere credibili le accuse di abusi riguardanti circostanze assolutamente scandalose».
 

ERRORI
I vescovi hanno «fallito». «Io non sono qui per difendere l'indifendibile». Il cardinale ha anche aggiunto che sicuramente si trattava di un «orientamento sbagliato». Tuttavia sulle circostanze che lo riguardavano direttamente, la deposizione è andata avanti con tanti «non ricordo», «è passato tempo», «mi è difficile fare memoria di quel periodo». Visto che il linguaggio del corpo è spesso più eloquente di qualsiasi altra parola, il porporato mentre rispondeva si è lasciato andare a imbarazzate grattatine di capo, portandosi la mano diverse volte alla bocca, faticando a soffocare un improvviso moto di nervosismo. La prima video conferenza (le deposizioni andranno avanti fino a mercoledì) è stata allestita dal governo australiano nello stesso albergo in cui ha preso alloggio un gruppo di vittime arrivate apposta dall'Australia con una colletta per guardare negli occhi Pell e parlare con lui prima della deposizione. Indossavano magliette rosse con su scritto: «No more silence», basta stare zitti. Paul Levey, uno di loro, la frase l'ha tatuata anche sul braccio. Difficile dimenticare il passato. «Nessuno di noi cerca vendetta, solo la verità, quello che è capitato a noi quando eravamo piccoli non deve più accadere». I ricordi sono troppo laceranti. Molte domande al cardinale riguardavano la diocesi di Ballarat, dove Pell ha prestato servizio decine di anni fa come vicario, e dove ha conosciuto padre Gerald Risdale, un orco seriale, attualmente in carcere. Uno che ha abusato anche di suo nipote David, il quale accusa Pell di avere tentato di mettere a tacere tutto, acquistando il suo silenzio.

MEMORIA
«E' passato troppo tempo e non posso ricordare tutti i momenti come se fossero di alto livello» ha spiegato il ministro dell'economia. La linea difensiva seguita da Pell descrive un sistema malato, sicuramente poco vigile sull'infanzia ma molto attento alla tutela corporativa. L'errore arrivava da lontano. Papa Bergoglio osserva questo polverone in silenzio. Ieri mattina ha avuto con il cardinale un incontro a Santa Marta. La riunione era di tabella, serviva per il disbrigo di questioni legate all'economia. Eppure echeggiano ancora le parole di Francesco pronunciate mentre tornava a Roma dal Messico: «Un vescovo che ha coperto un prete pedofilo deve dimettersi». Il cardinale dopo l'incontro: «Ho tutto il supporto del Papa».
 

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