Il Papa piange Susanna, morta di meningite, e denuncia la deriva di un «mondo malato»

Il Papa piange Susanna, morta di meningite, e denuncia la deriva di un «mondo malato»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 3 Agosto 2016, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 00:26
Città del Vaticano - Papa Bergoglio è commosso. Le sue prime parole alla prima udienza generale dopo la pausa estiva vanno a Susanna Rufi, la diciottenne romana, morta di meningite mentre tornava da Cracovia con la sorella, un gruppo di ragazzi e il vice parroco della parrocchia di san Policarpo. «Un ricordo pieno di 
affetto è rivolto a Susanna, il Signore, che certamente l’ha 
accolta in cielo, conforti i suoi famigliari e amici».

Nell'aula Nervi ci sono seimila pellegrini tenuti al riparo dal solleone della piazza. Bergoglio con loro riflette su quello che sta accadendo nel mondo, la «terza guerra mondiale fatta a pezzetti». Attentati, la guerra in Siria, i bombardamenti in Libia. «Il mondo malato». Ripensa a quello che gli hanno chiesto i giovani di Cracovia. Vogliamo la pace. «In questo modo in guerra ci vuole fraternità, dialogo e amicizia. I ragazzi che hanno 
partecipato alla Gmg parlano lingue 
diverse ma riescono a capirsi perché hanno questa volontà di 
fare ponti di fraternità».

Poi riassume le emozioni provate durante quel viaggio. Nel silenzio scelto al lager di Auschwitz per esempio: «ho ascoltato, ho sentito 
la presenza di tutte le anime che sono passate di là, ho sentito 
la compassione, la misericordia di Dio che alcune anime sante 
hanno saputo portare anche in quell’abisso, in quel grande 
silenzio». La memoria e la storia che si sono mescolate con la fede.
 «Ho pregato per tutte le vittime della violenza e della guerra, 
lì in quel luogo ho compreso più che mai il valore della memoria, 
non solo come ricordo di eventi passati, ma come monito e 
responsabilità per l’oggi e il domani perché il seme dell’odio e 
della violenza non attecchisca nei solchi della storia».

Il Papa commenta amaro: «In questa memoria delle guerre e delle tante 
ferite tanti dolori vissuti anche ci sono tanti uomini e donne 
oggi che soffrono le guerre, tanti fratelli e sorelle nostre, 
guardando quella crudeltà in quel campo di concentramento ho 
pensato subito alle crudeltà di oggi che assomigliano, non così 
concentrata come in quel posto ma dappertutto il mondo, questo 
mondo è malato di crudeltà, di dolore, di guerra, di odio, di 
tristezza e per questo sempre chiedo la preghiera che il Signore 
ci dia la pace».

Infine una riflessione sull’Europa: «non può esserci
futuro per il continente senza i suoi valori fondanti, i quali a
loro volta hanno al centro la visione cristiana dell’uomo».
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