Papa Bergoglio istruisce i nuovi vescovi, non siate padri-padroni

Papa Bergoglio istruisce i nuovi vescovi, non siate padri-padroni
di Franca Giansoldati
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Giovedì 14 Settembre 2017, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 19:25
Città del Vaticano - Papa Bergoglio continua a cesellare il profilo dei nuovi vescovi. In quattro anni di pontificato ha identificato molte delle caratteristiche che dovrebbero avere, elencandole di volta in volta. Discorso dopo discorso Francesco ha così messo in luce gli aspetti che dovrebbero affiorare da chi è stato scelto per guidare una diocesi. Stamattina l'ultima puntata. Ricevendo un gruppo di vescovi di fresca nomina ha chiesto loro di evitare di essere dei «padri padroni troppo autosufficienti», ma al tempo stesso, ha aggiunto, Bergoglio non li vuole «nemmeno troppo impauriti, fino ad arrivare all'isolamento». Chiede uomini capaci «di mettersi in ascolto di tutti, senza 
superiorità, e di accantonare il proprio punto di vista se questo è 
parziale o insufficiente».

Il Papa ha poi indicato la missione: «La missione che vi 
attende non è portare idee e progetti propri, né soluzioni 
astrattamente ideate da chi considera la Chiesa un orto di casa sua, 
ma umilmente, senza protagonismi o narcisismi, offrire la vostra 
concreta testimonianza di unione con Dio, servendo il Vangelo che va 
coltivato e aiutato a crescere in quella situazione». In altre circostanze aveva chiesto la rinuncia a soldi e potere, a fare carriera, alla vanità, a non essere burocrati rigidi e insensibili. 

Parecchie nomine episcopali fatte da Papa Francesco in questi quattro anni hanno avuto l'effetto di scontentare le gerarchie, più che per le scelte fatte, per i criteri adottati che, contrariamente a quello che accadeva fino al pontificato di Benedetto XVI, non sempre hanno seguto l'iter tradizionale che prevede diversi gradi di indagini e di coinvolgimento prima della nunziatura e poi successivamente della Congregazione per i Vescovi. Saltando qualche passaggio conoscitivo il Papa è anche incorso in qualche brutto incidente, come l'esser stato costretto a rivedere di punto in bianco, senza dare troppe spiegazioni, la nomina dell'ausiliario di Palermo. Anche se il suo nome era già stato annunciato. Si trattava di un frate psicologo, Giovanni Salonia con alle spalle accuse imbarazzanti forse legate alla sua attività di terapista. A suggerirlo a Papa Francesco l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. 
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