Papa Francesco, stop al mercato delle reliquie: dal Vaticano nuove norme anti-abusi

Papa Francesco, stop al mercato delle reliquie: dal Vaticano nuove norme anti-abusi
di Franca Giansoldati
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Sabato 16 Dicembre 2017, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 16:23
CITTA' DEL VATICANO - Basta navigare su Ebay o Catawiki, il più grande portale d'aste on line del mondo, per intuire perché Papa Francesco ha rivisto in senso restrittivo le disposizioni in vigore sulle reliquie. Il fatto è che quello delle reliquie è diventato un business fiorente, spesso nascosto, germogliato tra le pieghe con una ampia gamma di possibilità. Reliquiari antichi e non, con frammenti di santi (persino di Sant'Ignazio da Loyola), ma pure diffusione di presunte memorie corporali di figure che non sono ancora state beatificate, spesso diffuse dietro la richiesta di piccole offerte volontarie. Insomma, fatta la tara con la devozione, ce n'era abbastanza per adottare un provvedimento draconiano. L'iniziativa di Francesco che è stata diffusa stamattina proibisce assolutamente il commercio (ossia lo scambio di una reliquia in natura o in denaro) e la vendita 
delle reliquie (ossia la cessione della proprieta’ di una reliquia 
dietro il corrispettivo di un prezzo), nonchè «la loro esposizione in 
luoghi profani o non autorizzati». Le regole sono contenute in una nuova istruzione 
della Santa Sede studiata per moralizzare il settore che, come emerge anche da fatti recenti, e’ 
esposto a rischio di traffici e speculazioni commerciali. «Le 
reliquie nella Chiesa hanno sempre ricevuto 
particolare venerazione e attenzione perche’ il corpo dei Beati e dei 
Santi, destinato alla risurrezione, e’ stato sulla terra il tempio 
vivo dello Spirito Santo e lo strumento della loro santita’, 
riconosciuta dalla Sede Apostolica tramite la beatificazione e la 
canonizzazione». Nel documento viene indicata la procedura canonica 
da seguire per verificare l’autenticità delle reliquie e dei resti 
mortali e per garantire la loro conservazione. Le reliquie dei beati 
e dei Santi «non possono essere esposte 
alla venerazione dei fedeli senza un apposito certificato 
dell’autorita’ ecclesiastica che ne garantisca l’autenticita’».

Il settore è regolato da un ufficio della Congregazione delle Cause dei Santi che ha il compito «di controllare e certificare le reliquie. Si tratta di passaggi molto minuziosi che prevedono diverse operazioni: ricognizione 
canonica, prelievo di frammenti e confezione di reliquie, 
traslazione dell’urna e alienazione delle reliquie. Vengono 
considerate «reliquie insigni» il corpo dei Beati e dei Santi o 
le parti notevoli dei corpi oppure l’intero volume delle ceneri 
derivanti dalla cremazione. Vanno custodite «in apposite urne 
sigillate» in luoghi in cui si possa «garantire la sicurezza, 
rispettare la sacralita’ e favorire il culto». Sono considerate 
«reliquie non insigni» piccoli frammenti del corpo. Devono 
essere possibilmente «custodite in teche sigillate». Vanno 
conservate e onorate «con spirito religioso, evitando ogni 
forma di superstizione e di mercimonio». Difficile però impedire il profluvio di offerte commerciali che sono presenti in tante aste on line. Per accaparrarsi reliquie antiche in buone condizioni si parte da qualche centinaia di euro fino a mille euro. Si possono trovare frammenti di san Vincenzo, santa Filomena, santa Paula Vidua, santa Teresa e persino pezzettini del legno della croce che non saranno mai certificati. 
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