Papa Francesco dai terremotati nelle tendopoli ​di Amatrice e Pescara del Tronto

Papa Francesco dai terremotati nelle tendopoli di Amatrice e Pescara del Tronto
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Martedì 4 Ottobre 2016, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 08:15

Papa Francesco festeggia il suo onomastico assieme ai terremotati. Bergoglio è arrivato stamani alle 9.10 a sopresa ad Amatrice, colpita da un devastante sisma il 24 agosto scorso. Il Pontefice ha raggiunto la città simbolo del terremoto a bordo di una Golf con i vetri oscurati ed è entrato nella scuola provvisoria realizzata dalla Protezione civile del Trentino per incontrare alunni e insegnanti. 

Francesco era accompagnato dal vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili. Il Papa è entrato nella scuola e in seguito, accompagnato dai vigili del fuoco, si è incamminato verso la zona rossa lungo Corso Umberto I tra le macerie.

Il Papa si è fermato, da solo e in silenzio, davanti alle macerie ad Amatrice per pregare. «Vi sono vicino e prego per voi», ha detto Bergoglio parlando con i terremotati, come riferisce un tweet dell'Osservatore Romano. «Non sono venuto prima per non creare problemi tenuto conto delle vostre condizioni. Non volevo dare fastidio», ha aggiunto. 

Una scossa di magnitudo 3.6, nettamente avvertita dalla popolazione, è stata registrata alle 14.41 a sette chilometri da Norcia, dove il papa potrebbe recarsi tra poco in visita alle popolazioni colpite dal sisma.

«Ho pensato bene nei primi giorni di questi tanti dolori che la mia visita, forse, era più un ingombro che un aiuto, che un saluto, e non volevo dare fastidio e per questo ho lasciato passare un pochettino di tempo affinché si sistemassero alcune cose, come la scuola. Ma dal primo momento ho sentito che dovevo venire da voi!», ha
detto Papa Francesco ai terremotati. «Semplicemente per dire - ha aggiunto, secondo quanto riferisce Radio Vaticana - che vi sono vicino, che vi sono vicino, niente di più, e che prego, prego per voi! Vicinanza e preghiera, questa è la mia offerta a voi. Che il Signore benedica tutti voi, che la Madonna vi custodisca in questo momento di tristezza e dolore e di prova». 

Dopo la benedizione ancora il Papa ha voluto pregare l'Ave Maria con le persone presenti: «Andiamo avanti, sempre c'è un futuro. Ci sono tanti cari che ci hanno lasciato, che sono caduti qui, sotto le macerie. Preghiamo la Madonna per loro, lo facciamo tutti insieme. Guardare sempre avanti. Avanti, coraggio, e aiutarsi gli uni gli altri. Si cammina meglio insieme, da soli non si va. Avanti! Grazie». 

Fino all'ultimo il pontefice ha cercato di tenere riservata la data di questo incontro per poter abbracciare le famiglie sfollate senza troppi clamori. Fosse stato per lui sarebbe partito per i luoghi devastati già i primi giorni dopo il sisma ma è stato costretto a rimandare fino ad oggi per non creare trambusto e intralciare le operazioni di soccorso nella fase emergenziale.

La visita di Francesco è stata una sopresa anche per il parroco, don Savino D'Amelio. «Noi sacerdoti non lo sapevamo - afferma a Radio Vaticana -. Ce ne siamo accorti quando abbiamo visto all'improvviso uno spiegamento di giornalisti, cameramen e fotografi... Appena arrivato è andato subito nella tendopoli ed ha incontrato i bambini: è stato tutto davvero molto bello e significativo».

Poi «il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili ha presentato al Papa tutti noi sacerdoti e quelli che erano presenti lì vicino a lui. Un gesto molto bello e improvviso, come ci ha abituato il Papa, che ha invitato tutti noi a pregare. La reazione della gente è stata di grande emozione. È significativo che abbia voluto condividere con noi proprio il giorno del suo onomastico, della festa di San Francesco».

Nella conferenza stampa del volo di ritorno del suo viaggio in Georgia aveva fatto sapere ai giornalisti che era suo desiderio andare dai terremotati senza telecamere, giornalisti al seguito, fotoreporter. «E' mio desiderio. Al momento ho tre date possibili di questo viaggio, ma non ho ancora deciso nulla. Deciderò non appena arrivato a Roma», aveva detto Bergoglio.

Finora Francesco aveva mantenuto contatti diretti con i terremotati grazie al vescovo di Rieti, con il quale si è confrontato diverse volte su quando realizzare la visita. Nei giorni immediatamente successivi alla sciagura aveva mandato sul luogo una squadra di vigili del fuoco del Vaticano per aiutare a scavare ed estrarre i feriti. Il giorno delle esequie, ad Amatrice, alla messa celebrata dal vescovo di Rieti, c'era l'elemosiniere don Corrado.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA