Papa Francesco: «I rifugiati sono persone come tutte, accogliamoli e diventiamo insieme artigiani di pace»

Papa Francesco: «I rifugiati sono persone come tutte, accogliamoli e diventiamo insieme artigiani di pace»
4 Minuti di Lettura
Domenica 19 Giugno 2016, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 20:37
Un nuovo appello ad accogliere i rifugiati e a considerarli come tutti noi è arrivato oggi dal Papa, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dalle Nazioni Unite.

«I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro volti - ha detto Papa Francesco all'Angelus - ci chiamano a rinnovare l'impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace». E nel corso del saluto ai pellegrini presenti a San Pietro ha chiesto una preghiera speciale per il Concilio Panortodosso che si è aperto oggi a Creta.

Una assise che aveva richiamato già questa mattina in un tweet: «Uniamoci in preghiera - è stato l'invito di Francesco ai suoi follower su Twitter - ai nostri fratelli ortodossi per il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa che si apre oggi a Creta».

Il Concilio delle Chiese ortodosse, che si è aperto oggi nell'isola greca con una solenne liturgia per la Pentecoste (che la Chiesa ortodossa celebra oggi) è un evento storico, dal momento che non si verificava da 1200 anni e che era in preparazione da diversi decenni. Oltre ai Patriarcati di Costantinopoli e Alessandria, partecipano anche quelli di Gerusalemme e Romania, e le chiese autocefale di Cipro, Grecia, Albania, Polonia e di Cechia e Slovacchia. Quattro invece le Chiese assenti. Tra queste le assenze 'pesantì della Chiesa ortodossa di Mosca, quella che conta numericamente più fedeli, e quella di Antiochia, punto di riferimento di molti cristiani ortodossi in Medio Oriente. Ma mancano all'appello anche la Georgia e la Bulgaria. Di certo è l'assenza di Mosca a pesare più di tutti: «Non è un rifiuto, né una rinuncia», hanno spiegato qualche giorno fa dal Patriarcato, aggiungendo che la loro non partecipazione era legata a motivi 'regolamentarì, cioè l'assenza della base per la convocazione del Concilio, ovvero il consenso di tutti. «Il Santo Grande Concilio è la nostra sacra missione»: così si è espresso invece il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. E alla possibilità di un rinnovato cammino unitario degli ortodossi guarda anche il Papa che ha posto l'ecumenismo delle chiese cristiane tra i punti centrali del suo pontificato.

Prosegue intanto la missione in Ucraina del Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che in questi giorni sta portando la vicinanza di Papa Francesco alle popolazioni piegate dalla guerra.
Oggi l'incontro con i seminaristi della Chiesa di rito latino e con i greco-cattolici. A loro questa mattina ha ribadito: «Sono venuto ad incontrare quanti sono stati colpiti dalla violenza della guerra, per portare l'abbraccio del Papa e il sostegno concreto della carità della Chiesa».




«Tutti abbiamo bisogno di risposte adeguate ai nostri interrogativi concreti»: ha detto ancora il Papa all'Angelus sottolineando che «il mondo ha più che mai bisogno di Cristo, della sua salvezza, del suo amore misericordioso. Molte persone avvertono un vuoto attorno a sé e dentro di sé; altre vivono nell'inquietudine e nell'insicurezza a causa della precarietà e dei conflitti». Ma «Gesù conosce il cuore dell'uomo come nessun'altro. Per questo lo può sanare, donandogli vita e consolazione».

Se si accoglie l'invito di Gesù a farsi carico ciascuno della propria croce bisogna sapere che «non si tratta di una croce ornamentale, o di una croce ideologica, ma è la croce della vita, la croce del proprio dovere, del sacrificarsi per gli altri con amore, per i figli, per i genitori, per gli amici, e anche per i nemici, la croce della disponibilità ad essere solidali con i poveri, a impegnarsi per la giustizia e la pace».

«Sono bravi questi. Sono bravi!». Con queste parole Papa Francesco ha elogiato, al termine dell'Angelus in piazza San Pietro, le iniziative di solidarietà di diversi gruppi ciclistici italiani. «Rivolgo il mio saluto a tutti voi, romani e pellegrini; in particolare agli studenti della London Oratory School, ai fedeli di Stoccolma e alle comunità africane francofone d'Italia. Saluto i fedeli di Benevento, Gravina di Puglia, Corbetta e Cardano al Campo, come pure i volontari del carcere di Busto Arsizio e, tramite loro, i detenuti. Saluto anche - ha detto Francesco - i gruppi ciclistici Acra di Fermo, Pedalando di Roma e quello di Codevigo, che portano in giro per le strade messaggi di solidarietà. Sono bravi questi. Sono bravi!».




 
© RIPRODUZIONE RISERVATA