Il Papa riduce allo stato laicale don Inzoli, il prete di Cl condannato per pedofilia

Il Papa riduce allo stato laicale don Inzoli, il prete di Cl condannato per pedofilia
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 28 Giugno 2017, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 12:32
 Città del Vaticano - Un anno fa Mauro Inzoli - per trent'anni capo carismatico di Comunione e Liberazione a Cremona e fondatore del Banco alimentare - ha dovuto risarcire con 25mila euro cinque vittime dei suoi abusi sessuali. Stamattina è stata diffusa la notizia che il Papa lo ha ridotto allo stato laicale. La notizia rimbalzata immediatamente sul web è stata fornita direttamente dal vescovo di Crema - la diocesi in cui era incardinato l'ex sacerdote - monsignor Daniele Gianotti mediante una lettera ai fedeli pubblicata sul sito della diocesi. E' la prima volta che un vescovo annuncia  ai fedeli, in totale trasparenza, il tipo di provvedimento preso dalla Santa Sede nei confronti di un sacerdote tanto chiacchierato. Per capire la portata del gesto del vescovo basti pensare che la Cei non  fornisce (nemmeno ai giornalisti)  il numero preciso di quei preti che nel corso degli anni sono stati ridotti allo stato laicale per abusi o problemi riguardanti comportamenti inadeguati con ragazzi.

«Carissime e carissimi tutti, nei giorni scorsi, la Congregazione per la Dottrina della
Fede mi ha comunicato la decisione, presa da Papa Francesco il 20 maggio scorso con sentenza definitiva, di dimettere don Mauro Inzoli dallo stato clericale» scrive il vescovo, che aggiunge: «Non possiamo pensare che il Papa sia giunto a una decisione così grave senza aver vagliato attentamente davanti a Dio tutti gli elementi in gioco, per arrivare a una scelta che fosse per il bene della Chiesa e al tempo stesso per il bene di don Mauro: perché nessuna pena, nella Chiesa, può essere inflitta se non in vista della salvezza delle anime, che può passare anche
attraverso una pena così grave, la più grave che possa essere inflitta a un sacerdote. Accogliamo dunque con piena docilità al Papa questa decisione, custodendola prima di tutto nel santuario della preghiera».

A giugno del 2016 don Inzoli, era stato condannato per pedofilia dal tribunale di Cremona a 4 anni e nove mesi e al divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati
da minori. Il sacerdote era già sospeso dalla congregazione per la Dottrina della fede.

«Chiedo a me e a tutti voi - scrive ancora il vescovo di Crema - di accompagnare questo momento in vero spirito di fede, portando nella nostra preghiera anzitutto i nostri fratelli che sono stati vittime dei comportamenti che hanno condotto il Papa a questa decisione. A loro, e alle loro famiglie, va ancora una volta tutta la solidarietà mia e della nostra Chiesa, che non può non provare un profondo dolore per il male compiuto da uno dei suoi preti. Prego perché il male subìto non allontani questi nostri fratelli dall’amicizia con Dio e dalla comunione con la Chiesa, e perché possano sperimentare la grazia fedele di Dio, capace di trasfigurare in bene anche le sofferenze più gravi».

 
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