Papa Francesco e la grana della diocesi ribelle in Africa: convocati i preti della Nigeria che rifiutano il vescovo

Papa Francesco e la grana della diocesi ribelle in Africa: convocati i preti della Nigeria che rifiutano il vescovo
di Franca Giansoldati
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Giovedì 8 Giugno 2017, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 02:06
Città del Vaticano – La diocesi di Ahiara, in Nigeria, passerà alla storia per essere la diocesi più rissosa del mondo. Una situazione così caotica, rissosa, tesa che persino l’aplomb di Papa Francesco stamattina ha rischiato di vacillare. La crisi di Ahiara (che dura ininterrottamente da quattro anni, senza che nessuno ne sia mai riuscito a venire a capo) è approdata a Santa Marta. Una delegazione di cardinali, vescovi e di sacerdoti nigeriani -  convocati dal pontefice per mettere fine a una situazione insostenibile - sono stati interrogati e hanno esposto le ragioni di uno stallo istituzionale da record. Centinaia di preti rissosi si rifiutano ancora di accettare la nomina del vescovo Ebere Peter Okpalaeke, regolarmente designato. Anche se la nomina è avvenuta quattro anni fa, Okpalaeke di fatto non è mai riuscito ad esercitare alcuna potestà per l’alzata di scudi, i dispetti, le proteste che si sono alternate per mesi e mesi, fintanto che la Santa Sede ha suggerito al vescovo di fare un passo indietro, una misura di cautela, in attesa di tempi migliori e ripristinare la legalità. Il Vaticano nel frattempo incaricava anche il cardinale nigeriano Onaiyekhan di prendere momentaneamente le redini della diocesi ribelle, almeno per l’amministrazione ordinaria, in attesa favorire una soluzione di compromesso. Ma anche questa speranza è andata presto delusa. Le proteste sono continuate più accese di prima. Al centro della rivolta ci sarebbero i metodi da «padrino» che, secondo i parroci di Ahiara, sono stati adottati dal Vaticano nella scelta del vescovo Okpalaeke. In pratica i preti di Ahiara si lamentano delle procedure previste, dell’iter riservato riguardante la raccolta di informazioni sulla vita e la moralità dei candidati, necessari per arrivare alla terna da sottoporre alla Congregazione dei Vescovi e al Papa. Ciò che viene contestato è che il candidato scelto da Roma, il vescovo non gradito e osteggiato, monsignor Okpalaeke, appartenente a un'altra regione, sarebbe stato scelto dalla lobby del cardinale nigeriano Arinze, ora pensionato. Una vicenda contorta e ingarbugliata che procede a suon di accuse, dove si mescolano ragioni vere e presunte appartenenze tribali, in una Nigeria ancora pesantemente condizionata da dinamiche ancestrali. A questo si aggiunge il sospetto - ben conosciuto nelle denunce fatte da tanti missionari - che per molti preti la promozione a vescovo è negata in partenza perchè spesso sono impediti dalla ingombrante presenza di mogli e figli. Vite parallele. Nell’Udienza di oggi, il Papa dopo una attenta valutazione, ha parlato della non accettabilità della situazione in Ahiara e si è riservato di prendere gli opportuni provvedimenti. «Una situazione penosa».
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