Il Papa: «Alleanza uomo-donna prenda la regia dell'intera società. No all'utopia del neutro»

Il Papa: «Alleanza uomo-donna prenda la regia dell'intera società. No all'utopia del neutro»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 5 Ottobre 2017, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 11:39
Città del Vaticano - «E’ una vera e propria rivoluzione culturale quella che sta all’orizzonte della storia di questo tempo. E la Chiesa, per prima, deve fare la sua parte». Il Papa parla ai membri della Pontificia accademia per la vita e riflette sui mutamenti che sono in corso nella società occidentale a proposito del rapporto uomo-donna, del ruolo marginale che continuano ad avere le donne, colpa di ritardi culturali che vanno colmati. «Si tratta anzitutto di riconoscere onestamente i ritardi e le mancanze. Le forme di subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne vanno definitivamente abbandonate». Un nuovo inizio dev’essere scritto nell’ethos «dei popoli, e questo può farlo una rinnovata cultura dell’identità e della differenza». Papa Bergoglio indirettamente si scaglia contro la teoria del gender e, in merito, denuncia l’«utopia del neutro»: sono da «contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale di chi vuole cancellare tale differenza».

Una alleanza tra uomo e donna è «sigillata dall’ unione d’amore, personale e segna la strada della trasmissione della vita attraverso  il matrimonio e la famiglia. Essa, però, va ben oltre questo sigillo perchè è chiamata a prendere nelle sue mani la regia dell’intera società».

Per il Papa la questione della dignità della donna non si pone su un piano «semplicemente di pari opportunita' o di riconoscimento reciproco.
Insieme uomini e donne sono stati creati, nella loro differenza benedetta; insieme hanno peccato, per la loro presunzione di sostituirsi a Dio; insieme, con la grazia di Cristo, ritornano al cospetto di Dio, per onorare la cura del mondo e della storia che Egli ha loro affidato». Si tratta «insomma, di una vera e propria rivoluzione culturale quella che sta all'orizzonte della storia di questo tempo. E la Chiesa, per prima, deve fare la sua parte. In tale prospettiva, si tratta anzitutto di riconoscere onestamente i ritardi e le mancanze».
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