Della delegazione hanno fatto parte, tra gli altri, l’imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Coreis, la comunità religiosa islamica, Abdellah Redouane, direttore del Centro Islamico Culturale d’Italia, cui è affidata la gestione del complesso, alcuni ambasciatori e una rappresentanza del consiglio di amministrazione della Grande Moschea. All’inizio era circolata la voce che l’incontro si sarebbe potuto svolgere il prossimo 27 gennaio. Ma sembra che questa data sia stata scartata in quanto in quel giorno cade la giornata della memoria della Shoah e appare quantomeno difficile immaginare che questo evento possa svolgersi in concomitanza con una celebrazione così importante.
Quale che sia il giorno prescelto, dunque, Bergoglio sarebbe il primo Pontefice ad entrare nella Moschea romana. Prima di lui nessun Papa aveva messo piede nel più grande tempio islamico dell’occidente che sorge nella zona nord della Capitale, ai piedi dei Monti Parioli. Voluta e finanziata dal re Faysal dall’Arabia Saudita, la Moschea fu progettata dall’architetto Paolo Portoghesi e può ospitare fino a 12mila fedeli. La prima pietra fu posta nel 1984 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e l’inaugurazione avvenne il 21 giugno 1995.
In terra straniera altri Papi hanno già fatto visita ad una Moschea. Il primo è stato Giovanni Paolo II a Damasco (Moschea di Omayyadi, il 6 maggio 2001). Poi Papa Benedetto XVI in Turchia alla Moschea Blu (30 novembre 2006) e infine lo stesso Papa Francesco che visitò poco tempo fa la Moschea centrale nel quartiere musulmano di Koudoukou, nella Repubblica Centrafricana (il 30 novembre 2015). La probabile futura visita di Papa Bergoglio alla Moschea di Roma si colloca, nel quadro del Giubileo, alla volontà di coinvolgere le altre religioni attorno al comune valore della misericordia.
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