Papa Francesco: «I mass media non alimentino la coprofagia della gente»

Papa Francesco: «I mass media non alimentino la coprofagia della gente»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 7 Dicembre 2016, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 19:13

Città del Vaticano - I mass media dovrebbero evitare di cadere nella “coprofilia” per non alimentare la “coprofagia” della gente. (Dal dizionario Treccani: sentimento patologico di piacere provato nel toccare, guardare e mangiare le feci). Papa Francesco parlando con un settimanale cattolico belga ha tratteggiato la sua visione di una informazione corretta e libera. Giornali, radio, tv, social dovrebbero sfuggire alla tentazione di riferire cose passate su una persona se rischiano di metterla in cattiva luce. Anche se sono vere. Sarebbe disinformazione. “Ogni persona ha diritto alla buona fama, però magari nella sua vita, in precedenza, nella vita passata, o dieci 
anni fa, ha avuto un problema con la giustizia, o un problema nella 
sua vita familiare, e portare questo alla luce oggi è grave, fa 
danno, si annulla una persona!". Per questo, ha aggiunto, i media "possono essere tentati di calunnia, e quindi essere usati per calunniare, per sporcare la gente, questo 
soprattutto nel mondo della politica. Possono essere usati come mezzi 
di diffamazione".

Le qualità che il Papa si aspetta dai mass media sono la limpidezza e la trasparenza. Soprattutto, ha aggiunto, “non devono cadere senza offesa, nella malattia della coprofilia, che è voler sempre 
comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano 
verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della 
coprofagia, si può fare molto danno".

Il Papa si è lamentato delle tante calunnie che vengono riportate dai mass media e rilanciate dai social. "Nella 
calunnia - ha ricordato - si dice una bugia sulla persona; nella 
diffamazione si mostra una cartella, come diciamo in Argentina: 'Se 
hace un carpetazo', e si scopre qualcosa che e’ vero, ma che è gia’ 
passato, e per il quale forse si è già pagato con il carcere, con 
una multa o con quel che sia. Non c’è diritto a questo". Non solo si fa peccato ma puo’ fare 
molto danno “dire solo una parte della verità e 
non l’altra". 
Per il Papa, "questo è disinformare. Perché tu, all’ascoltatore 
o al telespettatore dai solo la metà della verità, e quindi non 
può farsi un giudizio serio".

"La disinformazione è probabilmente il danno più grande che può fare 
un mezzo, perché orienta l’opinione in una direzione, tralasciando 
l’altra parte della verità". 
Se non cadono in queste "tentazioni", allora i media, ha concluso 
il Papa, "sono costruttori di opinione e possono costruire, e fare 
bene immenso, immenso". 

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