Sua Santità, Papa Francesco, però, con il rescritto della Congregazione per il Culto Divino con il quale è stato scelto San Giovanni XXIII come patrono delle forze armate, pare non c’entri granché. Si tratterebbe di un iter interno piuttosto usuale, che in genere si attiva a seguito di richieste di associazioni di categoria o di un vescovo. In questo caso a farsi carico della domanda è stato l’Ordinariato Militare già ai tempi del cardinale Bagnasco fino allo sbocco attuale. La firma del cardinale prefetto, inoltre, non dovrebbe prevedere una autorizzazione superiore. Tuttavia la vicenda ha lasciato ugualmente l’amaro in bocca a molti. Al punto che la rivista dei religiosi dehoniani, Il Regno, ha parlato di «scandalo» gestito con «incompetenza e arroganza da un dicastero romano che non riesce a trovare il suo assetto convieniente». Chiedeva persino la testa del Prefetto della Congregazione, il cardinale Robert Sarah, uno dei cardinali più critici verso le aperture di Papa Francesco. «Forse è venuta l’ora di provvedere con decisione” e così “riconosceremmo allora Giovanni XXIII patrono non dell’esercito, ma della riforma della Chiesa».
Chi ha storto la bocca per il provvedimento è anche il dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale. Monsignor Silvano Tomasi stavolta ha lasciato da parte ogni diplomazia: «Bisogna stare attenti a non manipolare i santi». L’Osservatore Romano, invece, aveva pubblicato un ampio articolo a favore della convenienza di dare questo patrono all’esercito, dal momento che Giuseppe Angelo Roncalli aveva servito come cappellano militare nella prima guerra mondiale dando prova di umanità e spiritualità non comuni. Insomma un gran pasticcio, e per Francesco l’ennesima gatta da pelare.
La questione «è grave», sintetizza Pax Christi, perchè nessuno ne sapeva nulla, nemmeno la Cei. «Si utilizza Papa Roncalli a favore di un sistema di difesa che ogni anno viene a costare miliardi e miliardi di euro per spese militari, per acquistare fucili, carri armati, bombe a mano, gli F35. Papa Roncalli non avrebbe di sicuro approvato».
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