Papa Francesco in Egitto per rafforzare l'Islam moderato di Al Azhar e la Chiesa copta perseguitata

Papa Francesco in Egitto per rafforzare l'Islam moderato di Al Azhar e la Chiesa copta perseguitata
di Franca Giansoldati
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Venerdì 17 Marzo 2017, 20:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 18:08
Città del Vaticano - Papa Francesco ha deciso: il primo viaggio internazionale di quest’anno racchiude in sè un potente messaggio simbolico e politico per il mondo intero, scosso da una strisciante islamofobia. Alla fine di aprile, prima della visita in Portogallo, Bergoglio volerà al Cairo, in Egitto, per continuare la strategia del dialogo con l’Islam moderato avviata su un buon canale a Roma, l’anno scorso, con il grande imam di Al Azhar, Ahmad Al Tayyb, il massimo esponente del più autorevole centro teologico sunnita. Si tratterà di un passaggio per lanciare nel mondo un comune messaggio capace di andare ben al di là dell’ambito religioso, arrivando a toccare la politica internazionale. 

La visita sarà breve, di due soli giorni e l'annuncio è stato fatto stamattina dal portavoce vaticano Greg Burke. Papa Bergoglio varcherà così la soglia della millenaria università di Al Azhar, coi suoi tre secolari minareti, proprio come già fece diciassette anni fa San Giovanni Paolo II, rendendo omaggio ad una delle religioni abramitiche, anche se quella visita era maturata in un altro periodo storico dove ancora non si erano manifestati nel mondo i segni dell’odio radicale, sfociati poi nell’attacco alle Torri Gemelle.

Papa Bergoglio aveva accennato alla possibilità di volare in Egitto ad un giornalista tedesco, durante una intervista a Die Zeit, senza però precisare altro. Probabilmente dopo la visita ad Al Azhar Papa Francesco potrebbe fissare anche la data per la visita alla Grande Moschea di Roma. Nei giorni scorsi il direttore del centro culturale, Abdellah Redouane aveva ripetuto al Messaggero: «Noi lo aspettiamo. Ci ha assicurato che verrà».

L’anno scorso, in Vaticano, Francesco aveva dato il benvenuto nel palazzo apostolico all’Imam, Al Tayyb abbracciandolo come un fratello. Si seppellivano così cinque anni di incomprensioni e diffidenze tra il Vaticano e Al Azhar. Un residuo della feroce polemica sorta dopo il discorso di Ratisbona di Papa Ratzinger e dopo le dichiarazioni di Benedetto XVI seguite all’attentato alla cattedrale copta di Alessandria.
 
Nel corso della visita il Papa avrà a fianco il Patriarca copto Tawadros. Una minoranza, quella copta, da anni nel mirino dell’islamismo radicale, della furia dell’Isis, della cieca rappresentazione di un movimento di morte. «Noi cristiani siamo uniti nel sangue dei nostri martiri» è il messaggio di solidarietà che Francesco ha sempre inviato a Tawadros.
 
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