Papa Francesco contro il sovraffollamento carcerario: «Nelle celle condizioni disumane»

Papa Francesco contro il sovraffollamento carcerario: «Nelle celle condizioni disumane»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 4 Gennaio 2017, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 18:05

Città del Vaticano - Basta con il sovraffollamento carcerario, i diritti troppo spesso negati, le condizioni disumane nelle celle. Al centro del nuovo appassionato richiamo di Papa Bergoglio c'è una battaglia di civiltà che unisce laici e cattolici. "Rinnovo l'appello perché gli istituti penitenziari siano luoghi di rieducazione e di reinserimento sociale, e le condizioni di vita dei detenuti siano degne di 
persone umane. Non siano sovraffollati ma posti di 
reinserimento".

Francesco al termine dell’udienza generale, dopo aver espresso "dolore e 
preoccupazione" per la strage avvenuta ieri nel carcere di 
Manaus, in Brasile, torna ad affrontare un argomento che gli sta particolarmente a cuore. Sin dai primi momenti del pontificato ha dedicato gesti coraggiosi e profetici a questa realtà. Nel 2013, appena eletto, ha voluto celebrare la Messa del Giovedì Santo nel carcere minorile di Casal del Marmo, successivamente ha visitato Rebibbia e in ogni viaggio internazionale include sempre una sosta di riflessione e preghiera in un carcere. Bolivia, Messico, Brasile, Ecuador. In novembre in piazza san Pietro, per il giubileo dei carcerati, campeggiava uno striscione con su scritto: “amnistia”. C'erano anche i partecipanti della marcia organizzata dai radicali.

A fine aprile 2014 il Papa volle chiamare Marco Pannella per chiedergli di sospendere lo sciopero della fame intrapreso per denunciare le condizioni disumane dei detenuti italiani. IN quella occasione Radio Radicale diffuse il testo della telefonata: «Ma sia coraggioso, eh! Anche io l’aiuterò a lei, contro questa ingiustizia…», disse il Papa. E Pannella: «A favore della Giustizia, Santità».  Bergoglio: «Io ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati".  E così fece. "Ogni volta che entro in un carcere mi domando: perché loro e non io. Tutti, abbiamo la possibilità di sbagliare".Disse Bergoglio nel giorno del Giubileo dei detenuti, chiedendo poi "un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento", ma anche "in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri" e per "una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva" ma aperta "alla prospettiva di reinserire il reo nella società".

Rivolgendosi ai mille carcerati arrivati in San Pietro per la messa, Francesco affermava: "A volte, una certa ipocrisia spinge a vedere in voi solo delle persone per le quali l'unica via è quella del carcere. Non si pensa alla possibilità di cambiare vita, c'è poca fiducia nella riabilitazione". Ma così, avvertiva il pontefice, "si dimentica che tutti siamo peccatori e, spesso, siamo anche prigionieri senza rendercene conto".

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