Il Papa ha abbracciato la causa dei Mapuche ma li ha anche invitati a dire «no alla violenza che distrugge». »Questi atteggiamenti - ha spiegato - sono come lava di vulcano che tutto distrugge, tutto brucia, lasciando dietro di se’ solo sterilita’ e desolazione. Cerchiamo, invece, la via della nonviolenza attiva come stile di una politica di pace».
«Dobbiamo lasciare da parte la logica di credere che ci siano culture superiori o inferiori» ha aggiunto il Papa durante la messa. «In questo contesto di ringraziamento per questa terra e per la sua gente, ma anche di sofferenza e di dolore, celebriamo l’Eucaristia. E lo facciamo in questo aerodromo di Maquehue, nel quale si sono verificate gravi violazioni di diritti umani».
«Offriamo questa celebrazione per tutti coloro che hanno sofferto e sono morti e per quelli che, ogni giorno, portano sulle spalle il peso di tante ingiustizie. Il sacrificio di Gesù sulla croce è carico di tutto il peccato e il dolore dei nostri popoli, un dolore da riscattare. Rimaniamo in silenzio pensando a tanto dolore e a tanta ingiustizia».
Alla base delle rivendicazioni degli indios ci sono importanti questioni risarcitorie per i terreni che un tempo possedevano ma che sono stati loro sottratti dai governi passati. I Mapuche sperano che il governo attuale si impegni a restituire il sito dove sorge anche la base aerea e l’aeroporto alla comunità indigena.
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