Papa Francesco, viaggio nel Caucaso per annodare fili di pace: prima in Azerbaijan e poi in Georgia

Papa Francesco, viaggio nel Caucaso per annodare fili di pace: prima in Azerbaijan e poi in Georgia
di Franca Giansoldati
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Giovedì 29 Settembre 2016, 16:17 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:31
Città del Vaticano - Viaggio nel cuore del Caucaso per annodare fili di pace. Papa Francesco domani mattina lascerà il Vaticano per una visita apostolica di tre giorni in Azerbaijan e in Georgia, completando così - dopo la tappa dello scorso giugno in Armenia – l’iter nella regione caucasica. Bergoglio partirà alle 9 dall’aeroporto romano di Fiumicino per atterrare alle  15.30 (quando in Italia saranno le 13.30) allo scalo aereo della  capitale georgiana Tblisi. L’agenda ufficiale prevede tre appuntamenti: alle 14 al Palazzo Presidenziale per il discorso ufficiale alle autorità con il Capo dello Stato Giorgi Margvelashvili; alle 15 al Patriarcato per l’incontro con Ilia II
patriarca ortodosso della Georgia; alle 16 alla chiesa cattolica di San Simone per la preghiera con la comunità caldea. Domenica, invece, si trasferirà in Azerbaijan, «nazione simbolo del multiculturalismo e della multiconfessionalità come strumento di dialogo, di pace e di convivenza», secondo la definizione del presidente
dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ripetuta al  quinto forum internazionale dedicato ai temi umanitari, anche se per le organizzazioni umanitarie il Paese resta estremamente complicato. Amnesty nell’ultimo rapporto ha «segnalato le continue vessazioni, violenze e libertà limitate da parte della stampa indipendente, ci sono state frequenti segnalazioni di torture e maltrattamenti, altre organizzazioni umanitarie costrette a chiudere o interrompere le proprie attività. Le autorità hanno continuato a imprigionare chi criticava il governo». Lo scorso anno, tra politici e giornalisti, sono stati almeno 20 i prigionieri di coscienza spediti in carcere. Aliyev governa dal 2003 con pugno di ferro un Paese ricchissimo di idrocarburi. Prima di lui lo ha governato il padre, Haidar Alyev, a sua volta presidente dal 1993 al 2003. In Azerbaijan è appena passata una riforma costituzionale che estende il mandato presidenziale da 5 a 7 anni. La Commissione di Venezia (organismo del Consiglio d’Europa) ha espresso preoccupazione per la riforma anche perchè offre la possibilità al presidente di sciogliere il parlamento.

«Chiaramente è un viaggio di pace: il Papa porta un messaggio di riconciliazione per tutte la regione» ha detto il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke, sintetizzano così il senso politico del viaggio. In Azerbaigian dove i cattolici sono poche centinaia, prevarrà la dimensione del dialogo interreligioso. Momento forte a Baku sarà infatti la visita alla moschea e l'incontro con lo sceicco dei musulmani del Caucaso. Il nodo del Nagorno Karabakh, la regione a maggioranza armena dell'Azerbaigian che nei primi anni Novanta rivendicò l'autonomia e fu teatro di una guerra con oltre ventimila vittime, e che ancora oggi, nonostante il «cessate il fuoco», il conflitto si riaccende periodicamente, con attacchi, combattimenti e, non di rado, vittime armene e azere lungo i 160
chilometri della militarizzata linea di contatto, resterà sullo sfondo. Il Papa parlerà di questo nella sua tappa a Baku? «La Santa Sede di solito cerca di volare alto quando ci sono delle dispute - ha risposto Burke a proposito del Nagorno Karabakh -. Aspettiamo e vediamo». Francesco ha molto apprezzato la mediazione esercitata recentemente da Mosca: «Sono stato anche molto contento, la settimana scorsa, quando ho visto una fotografia del presidente Putin con i due presidenti armeno e azero: almeno si parlano», aveva detto sempre di ritorno da Erevan.


 
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