Per Francesco è importante che "nelle periferie ci siano tracce di bellezza, di umanità vera, che bisogna saper cogliere e valorizzare al massimo”. Nel testo il Papa cita anche "uno scrittore italiano, Italo Calvino", per il quale le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure. "Forse - conclude il Papa - tante città del nostro tempo, con i loro sobborghi desolanti, hanno lasciato molto più spazio alle paure che ai desideri e ai sogni più belli delle persone, soprattutto dei più giovani".
Se un tempo la fede ha ispirato l’arte, lasciandoci Cimabue, Giotto, Piero della Francesca e Michelangelo così come l'architettura di meravigliose chiese e cattedrali, oggi non tutti gli esempi moderni sembrano riflettere il bello e ispirare l'ascesi spirituale. Negli anni passati ci sono stati diversi appelli rivolti al Vaticano e alla Cei da parte di artisti e intellettuali per istituire una specie di comitato in grado di valutare l’impatto armonioso delle nuove chiese. Erano anche stati rivolti a Benedetto XVI delle richieste per fermare il proliferare di capannoni spacciati per edifici di culto: "Ostacolano l'incontro con Dio" scrivevano gli estensori dell’appello.
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