Papa Francesco abbraccia la figlia di Asia Bibi e ascolta il dolore di una vittima di Boko Haram

Papa Francesco abbraccia la figlia di Asia Bibi e ascolta il dolore di una vittima di Boko Haram
di Franca Giansoldati
2 Minuti di Lettura
Sabato 24 Febbraio 2018, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 14:57
Città del Vaticano - Con i suoi ospiti arrivati da tanto lontano, dal Pakistan e dalla Nigeria, non ha voluto parlare dei cristiani perseguitati.Papa Francesco ha preferito ascoltare in silenzio l'agghiacciante storia di Rebecca, una giovane sfuggita al rapimento dei Boko Haram, e recitare con tutti quanti un Padre Nostro, ognuno nella propria lingua. Tuttavia, stamattina, era chiaro a tutti quanti che al centro dell'udienza a questa giovane della Nigeria e ai parenti di Asia Bibi – la donna cristiana condannata a morte in Pakistan per blasfemia, in carcere dal 2009 con la falsa accusa di avere insultato Maometto – c'era proprio il grande tema della crescita delle persecuzioni anticristiane nel mondo. Argomento delicato e da maneggiare con cura. Una udienza organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre alla vigilia dell'illuminazione del Colosseo che, alle ore 18 di stasera, per qualche minuto si tingerà totalmente rosso, il colore del martirio.

Rebecca ha raccontato al Papa di come i cristiani vivono in Nigeria, dei rischi che corrono, di come si sentano indifesi. Parlava piano e un interprete traduceva, di quando è stata rapita, di come è riuscita a fuggire, del figlio che ha visto morire. Papa Francesco sembrava molto informato della situazione, ha commentato il rapimento di altre ragazze, avvenuto alcuni giorni fa. Poi si è rivolto ai famigliari di Asia Bibi, il marito Ashiq Masih e la figlia Esham.

La figlia di Asia Bibi, prima di partire per Roma, ha fatto visita in carcere alla mamma, che le ha affidato il compito di abbracciare e baciare il Papa. Così Eisham ha fatto non appena è entrata nella stanza. Il Papa, ha ricambiato subito con un affetto. Il marito di Asia invece ha spiegato che prosegue la battaglia legale: è stato presentato appello alla Corte suprema del Pakistan. Questo è il terzo e definitivo grado di giudizio dopo la condanna in tribunale confermata in appello. «Speriamo che presto possa esserci un'udienza, anche se c'è un continuo rimando». I legali temono che i tempi giuridici possano diventare molto lunghi e al tempo stesso sperano che la prossima udienza possa essere fissata prima di Pasqua.

Il caso di Asia Bibi è diventato simbolico in Pakistan: i gruppi estremisti islamici chiedono che venga giustiziata, come è accaduto a Mumtaz Qadri, ex guardia del corpo e omicida reo confesso del governatore Salmaan Taseer, un uomo politico musulmano che aveva difeso Asia. Il suo caso è stato tirato in ballo anche durante le manifestazioni di piazza antigovernative organizzate a Islamabad nei mesi scorsi da gruppi integralisti islamici. Visto che le elezioni anche in Pakistan sono alle porte, c'è chi pensa che il caso possa subire un nuovo rinvio. 

Papa Francesco sinora non ha ancora fatto appelli pubblici per la sua liberazione anche se non è la prima volta che riceve i familiari della donna condannata a morte. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA