Rebecca ha raccontato al Papa di come i cristiani vivono in Nigeria, dei rischi che corrono, di come si sentano indifesi. Parlava piano e un interprete traduceva, di quando è stata rapita, di come è riuscita a fuggire, del figlio che ha visto morire. Papa Francesco sembrava molto informato della situazione, ha commentato il rapimento di altre ragazze, avvenuto alcuni giorni fa. Poi si è rivolto ai famigliari di Asia Bibi, il marito Ashiq Masih e la figlia Esham.
La figlia di Asia Bibi, prima di partire per Roma, ha fatto visita in carcere alla mamma, che le ha affidato il compito di abbracciare e baciare il Papa. Così Eisham ha fatto non appena è entrata nella stanza. Il Papa, ha ricambiato subito con un affetto. Il marito di Asia invece ha spiegato che prosegue la battaglia legale: è stato presentato appello alla Corte suprema del Pakistan. Questo è il terzo e definitivo grado di giudizio dopo la condanna in tribunale confermata in appello. «Speriamo che presto possa esserci un'udienza, anche se c'è un continuo rimando». I legali temono che i tempi giuridici possano diventare molto lunghi e al tempo stesso sperano che la prossima udienza possa essere fissata prima di Pasqua.
Il caso di Asia Bibi è diventato simbolico in Pakistan: i gruppi estremisti islamici chiedono che venga giustiziata, come è accaduto a Mumtaz Qadri, ex guardia del corpo e omicida reo confesso del governatore Salmaan Taseer, un uomo politico musulmano che aveva difeso Asia. Il suo caso è stato tirato in ballo anche durante le manifestazioni di piazza antigovernative organizzate a Islamabad nei mesi scorsi da gruppi integralisti islamici. Visto che le elezioni anche in Pakistan sono alle porte, c'è chi pensa che il caso possa subire un nuovo rinvio.
Papa Francesco sinora non ha ancora fatto appelli pubblici per la sua liberazione anche se non è la prima volta che riceve i familiari della donna condannata a morte.
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